NEI GRILLINI E’ PREVALSA LA COMPONENTE MODERATA

La prossima lotta sarà nella scelta degli assessori

La scelta “all’ultimo minuto” di Domenico Mistretta a candidato sindaco del Movimento 5 Stelle fa emergere che tra le due componenti presenti nel partito di Beppe Grillo ha prevalso quella moderata rispettoa quella ortodossa. 

Non è un segreto che tra i grillini, esiste in campo nazionale, due sono le spinte. Una di questa è quella più intransigente, quella più portata a portare all’estremo ogni riferimento, ogni pensiero. L’altra, invece, è più propensa alla moderazione, al realismo.

La scelta del candidato a sindaco nei pentastellati ha richiesto un percorso che non è stato “breve” come si immaginava. In questo lasso di tempo, diversi nomi sono stati ritenuti in corsa,ma poi, dopo qualche ora, le cose sono cambiate. Nomi di professionisti, medici, poi quelli di Dimino, Mucaria e Termine. 

Su nessuno di questi nomi si è mai riversata l’unanimità, nè la maggioranza degli aventi diritto al voto e che costituiscono la base decisionale del Movimento. 

La scelta è stata effettuata solo nell’ultima seduta e in tardissima serata. Ha prevalso la linea della moderazione che ha fatto confuire la scelta su Domenico Mistretta. Una scelta frutto della parte moderata dei pentastellati saccensi, sulla quale ha un ruolo importate il deputato regionale saccense Matteo Mangiacavallo. 

Che conseguenze avrà la scelta di Mistretta sulla base grillina deputata alla decisione della candidatura? A Sciacca da sempre ci sono state due anime, tra loro contrapposte. Tale demarcazione continuerà e forse si accentuerà ancora di più con la scelta degli assessori. 

Ma i voti sono dell’elettorato e non dei singoli attivisti i quali alcuni, confrontatisi nelle scorse elezioni, hanno riportato modestissimi risultati. 

L’incognita vera delle prossime elezioni sarà il livello di “rabbia” dell’elettorato. Quanto di esso sarà disposto a manifestarlo fino nell’urna? Le elezioni comunale sono le più difficili perchè entrano in gioco centinaia di candidati. I legami di amicizia e di parentela giocano molto sulla volontà della “libera” espressione. 

Che in giro si coglie, come altrove, tanta delusione e voglia di “vendetta” bocciando il passato o i partiti tradizionali è una realtà. Ma non si ha la reale cognizione della percentuale che può essere espressa. 

Che si possa vincere a primo turno non è agevolmente pensabile. Ma il rischio che al secondo turno la “rabbia” dell’elettorato possa andare in una direzione politica è fuor di dubbio. E al secondo turnno non c’è piùl’effetto “trascinamento” delle liste. 

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