MOZIONE DI SFIDUCIA E…DIRITTO DI PRECEDENZA
La mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Francesca Valenti è in cantiere. Trattandosi di una procedura che richiede l’ossequio delle direttive previste dalla normativa – va motivata evidenziando le inadempienze dell’Amministrazione comunale – richiede una dettagliata stesura. Comunque, è work in progress.
Se da un lato il sindaco Francesca Valenti confida (non a torto) nella scarsa determinazione dei consiglieri comunali a porre fine alla consiliatura, immaginando che le poltrone siano cosparse abbondantemente di liquido Attak, dall’altro da diversi giorni si sta lavorando, tra i banchi delle opposizioni, a predisporre tecnicamente la mozione di sfiducia da presentare. Occorrono 10 firme dei consiglieri comunali, cifra che è una realtà. Diversamente, per l’approvazione in aula consiliare servono almeno 15 voti. La cifra, se fino a poco tempo fa, era irraggiungibile, oggi è una meta che può essere traguardata.
C’è qualche approfondimento che bisogna effettuare e che riguarda qualche scuola di pensiero che aleggia nel centrodestra. Qualcuno attende la mossa di Italia Viva per trarre coraggio ad apporre la firma alla mozione di sfiducia. Un’attesa che, politicamente, devia dalla logica propria di chi sta all’opposizione. Se da due anni e mezzo dai banchi delle opposizioni (diventate maggioranza) si attacca di inefficienza l’Amministrazione Valenti e si proclama il “fallimento del progetto Valenti”, la conseguenza naturale vede l’incanalatura delle critiche nel solco della mozione di sfiducia, a prescindere dai messaggi che possono provenire dai banchi frontalieri dell’opposizione. La mozione di sfiducia rappresenta per le opposizioni la chiara demarcazione delle posizioni evitando quella confusione di schieramento frutto di atteggiamenti a volte equivoci.
Del resto, l’ex assessore di punta dei cusumaniani, ha affermato che la mozione di sfiducia non può certo avere il primo vagito da parte di Italia Viva, gruppo che ha vinto le elezioni, ha fatto parte della maggioranza, ne è uscita per uno scontro difficilmente ricomponibile. Ma Brunetto, tra le righe, lascia intendere che la presentazione di una mozione di sfiducia da parte delle opposizioni sarà oggetto di un dibattito politico in aula, la sede competente. Insomma, la presentazione della mozione di sfiducia apre le danze politiche e mette in moto “la diplomazia” delle parti con l’intento di dare anche un contenuto prospettico all’atto di sfiducia.
Non c’è dubbio che oltre al lavoro delle “diplomazie”, scenderanno in campo pressioni mirate a dissuadere qualche consigliere tra i banchi delle opposizioni. A questo punto, la mozione di sfiducia assume quella linea di demarcazione che la gente attende: chi sta da una parte e chi dall’altra. Chi alle critiche e agli attacchi all’Amministrazione fa seguire i fatti, chi, invece, si limita ad un abbaio di forma, magari lanciato tramite lo streaming delle sedute consiliari. Streaming seguito da una decina di “utenti”.
Al di là del “diritto di precedenza”, cioè di chi deve compiere il primo passo concreto verso la mozione di sfiducia, per le opposizioni è un atto di trasparenza e coerenza verso la gente.
Filippo Cardinale