MONTELEONE E TURTURICI DANNO VITA AL “PATTO PER SCIACCA”
Nuova entità politica all’interno del Consiglio comunale, ma non solo. Un movimento civico aperto al contributo di quanti “vorranno adoperarsi per l’elaborazione di un nuova proposta politica, che vada oltre i vecchi steccati tra centro destra e centro sinistra, e punti ad un risveglio economico e culturale della nostra Città.
I consiglieri comunali Salvatore Monteleone e Mario Turturici hanno rotto ogni indugio e costituito un nuovo movimento civico, il “Patto per Sciacca”.
Si tratta di “un naturale sbocco di un cammino iniziato già due anni fa, conseguente ad una posizione critica per alcune scelte amministrative e politiche operate dall’amministrazione in carica”, spiegano Monteleone e Turturici che in questi anni hanno espresso le loro convinzioni “con assoluta libertà e assumendo posizioni talvolta scomode ma sempre propositive, mai strumentali, che si sono tradotte in una più vigile presenza in Consiglio e nelle Commissioni, consentendo di migliorare alcune proposte di delibera”.
Come esempio riportano l’abbassamento della TASI dal 2,5% al 1,6% , l’approvazione del Bilancio 2015 senza aggravi di maggiori imposte, gli emendamenti al Piano ARO che hanno introdotto la premialità in favore dei cittadini per la raccolta differenziata. “Abbiamo al tempo stesso-contnuano-impedito che determinati atti potessero essere erroneamente valutati ed approvati dal Consiglio Comunale, magari per mera presa d’atto, ed abbiamo difeso strenuamente il nostro punto di vista, come sulle questioni del Piano regolatore della Città, o su quella dell’esercizio del diritto di prelazione per l’acquisto dell’area dell’ex stazione ferroviaria”.
La scelta di formare un nuovo movimento civico per Monteleone e Turturici non scalfisce la loro fede politica”che tale rimane”, ma in questo difficile momento storico ritengono che il loro impegno civico “debba ancor più caratterizzarsi.
“Patto per Sciacca” nasce “per alzare la voce a difesa di una città che in brevissimo tempo ha assistito impotente alla chiusura delle terme, al declassamento dell’ospedale, alla progressiva perdita del propria centralità”.