MONTE SOFFRE DI “ORTICARIA DA PD”. E NON E’ IL SOLO

Affetto da “orticaria da PD”. Il consigliere comunale Salvatore Monte, ex assessore, del PD non ne vuole sapere. “Solo chi non guarda al futuro propone alleanze con il centro sinistra”, è la sua considerazione. Non a caso, sul suo profilo Facebook ha messo, in bella evidenza, un segnale stradale con la svolta a destra.

Il nocciolo della questione è l’alleanza col PD, percorso politico che non intende seguire nonostante il partito di riferimento, Alternativa Popolare vada a braccetto con perseveranza del ministro Angelino Alfano, e dello stesso senatore Giuseppe Marinello. Gli esiti della scorsa elezione regionale hanno dato prova che il partito di Angelino Alfano paga caramente il conto dell’alleanza col PD. Prima alla Regione appoggiando il governo Crocetta, poi sostenendo l’alleanza col centrosinistra nelle scorse regionali.

Le riunioni che si sono susseguite a Sciacca danno una grande sofferenza che deriva dalla gran parte del gruppo che, in percorsi civici diversi, portano,comunque, ad Angelino Alfano. Il ministro, tra l’altro, viene anche “respinto” dal sindaco di Milano Pisapia il quale pone il veto su una possibile alleanza in vista delle prossime elezioni nazionali.

Nel gruppo saccense c’è fermento, ma soprattutto la consapevolezza che la storia dei componenti che ne fanno parte va in direzione diversa al centrosinistra. E non a caso, proprio a Sciacca, non è mai scoccata la scintilla che ha fatto sposare politicamente AP e PD.

E al malessere di Salvatore Monte, e di tanti altri, si associa anche quello del deputato nazionale di AP, Nino Bosco. ““A mio parere è opportuno continuare a lavorare per correre da soli alle prossime elezioni politiche, attraverso una corsa identitaria che rispecchi i nostri valori, quelli di una forza liberale e moderata. Ho sempre pensato che l’alleanza con il Pd non fosse e non dovesse essere un’alleanza politica, ma fosse stata il frutto di una scelta coraggiosa fatta a suo tempo per portare il Paese fuori dalla crisi e gli indicatori economici dicono che abbiamo fatto bene. Voglio ricordare qui che mi sono battuto nel mio territorio, la Sicilia, affinché non entrassimo nel Governo Crocetta e anche recentemente affinché alle Regionali siciliane non appoggiassimo il candidato del Pd”, dichiara il deputato favarese.

“Correre da soli, con l’orgoglio della nostra identità di moderati e popolari, restando uniti in questa grande sfida. Se ho sempre pensato che l’alleanza con il Pd fosse un’eccezione a tempo determinato per il bene del Paese, adesso che lo stesso Pd apre anche alla sinistra radicale così lontana dai nostri valori, ritengo ancor di più chiusa quell’esperienza. Ed è per questo che confido che, alla fine, l’ipotesi della corsa solitaria possa avere la meglio”.

Un gran bel guaio. E’ facile immaginare di correre da soli. Per un partito che alle regionali si è fermato al 4% e ha chiuso le porte dell’Assemblea regionale siciliana ai suoi deputati e aspiranti tali, immaginare di raggiungere il quorum nazionale è una pratica molto difficile. Alternativa popolare ha perso consenso, prendendo una sonora batosta, proprio in Sicilia, terra nella quale proprio Alfano doveva dimostrare di essere forte.

Adesso, Alternativa Popolare si trova nella solitudine e nessuno tira più la giacca ad Angelino Alfano. Il partito vive un forte sbandamento. A sorridere è il solo ministro degli Esteri. Ma il sorriso non sempre è sinonimo di felicità, di soddisfazione. Spesso svela una realtà immaginaria che è diversa da quella reale. E’ vero che la speranza è l’ultima a morire, e che bisogna guardare il futuro con ottimismo. Ma la realtà dimostra che Angelino Alfano esagera in ottimismo.

Questo lo hanno capito i suoi. Specie a Sciacca dove stanno maturando scelte che sono distanti dalla ostinazione del Ministro. C’è un gruppo di nuove leve che non intende fare la fine del topo.

Filippo Cardinale


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