MONITORAGGIO QUALITA’ ARIA (OBBLIGATORIO) IN PROVINCIA. CENTRALINE FERME, SODDI… UNCINNE’
Il mancato rinnovo della convenzione con una ditta esterna che si occupava della manutenzione, blocca da un anno il servizio di monitoraggio della qualità dell’aria effettuato in diversi punti del territorio provinciale. L’ultimo rilevamento effettuato delle centraline gestite dalla Provincia regionale di Agrigento, risale infatti al marzo del 2013. Nel rispetto delle norme di legge, era l’ente Provincia che dal 2010 si occupava della manutenzione delle centraline di Agrigento Centro, Agrigento Via Dante, Monserrato e Valle dei Templi, Cammarata (ozono), Canicattì, Lampedusa (ozono), Porto Empedocle Uno e Tre, validati poi dall’A.R.P.A Sicilia, Dipartimento Provinciale di Agrigento.
Si tratta di un’attività di rilevamento obbligatoria che deve rispondere ai requisiti della legge, interrotta per i noti problemi di bilancio dell’ente. In sostituzione, come ci riferisce il direttore provinciale, Salvatore Montana, sono gli stessi uffici provinciali dell’Arpa ad effettuare i rilievi con un proprio mezzo mobile, in attesa che venga varato il nuovo piano regionale, nel quale è previsto che il servizio venga gestito direttamente dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente. Ma i dati degli indici di inquinamento atmosferico sul territorio provinciale non vengono più resi noti e dal marzo dello scorso anno non si è a conoscenza della situazione che riguarda i dodici punti di rilevamento.
In altre province siciliane, gli enti Provincia, oggi commissariati, i fondi per la manutenzione sono stati trovati e le centraline sono operative. Di ripristino si è parlato nei mesi scorsi anche in ambito comunale, con interrogazioni rivolte al sindaco del Comune capoluogo, al quale è stato chiesto di intervenire per la messa in funzione delle centraline che sorgono ad Agrigento città, ma tutto passa attraverso il piano regionale, lo strumento che determinerà il nuovo corso nella gestione del servizio che, ripetiamo, non sarà più tra i compiti delle Province e dei nuovi Liberi consorzi voluti dalla legge.
E tutto questo, senza nessuna previsione di inquinamento atmosferico nel centro urbano di Sciacca.