Mizzica tra due fuochi col rischio di bruciarsi

SCIACCA- Finita la pausa delle festività pasquali, ritorna l’attenzione sulla politica. Gli addetti ai lavori rientrano nel ritmo dei preparativi in vista delle elezioni amministrative del 12 giugno. Se il centrodestra (quel che resta rispetto al 2017) ha affidato il suo destino elettorale all’ex grillino Matteo Mangiacavallo, deputato all’Ars, il fronte “Patto per Sciacca”, il cui candidato a sindaco è Ignazio Messina, va avanti avendo completato tutte le “interlocuzioni” con una coalizione supportata dalla lista del candidato sindaco, da Onda, da movimento VentiVentidue, Insieme per Sciacca e Sciacca Terme Rinasce.

Rimane la parte politica che guarda a sinistra, in primis il PD. Se Sparta piange, Atene non ride. Il movimento Mizzica, infatti, ancora aggi non ha ufficializzato la candidatura di Fabio Termine che tenterebbe il bis. Non è più un segreto che nel movimento Mizzica vi sono due scuole di pensiero. Una propende per mettere su un’alleanza e non ripetere la corsa solitaria del 2017. L’altra insiste per andare avanti come nel 2017, correndo in solitaria e alzando ancora di più lo spartiacque proprio con quella parte della politica che Mizzica ha contestato con vigore e che ha messo nella colonna dei cattivi.

Il PD ha compreso di essere rimasto isolato, con l’aggravante di aver guidato la città in questi cinque anni, molti dei quali con un monocolore proprio PD. Non è difficile che quanti sono delusi dalla sindacatura Valenti imputino anche al PD la responsabilità di un governo inodore. Forse è meglio tingerlo con un grigio scuro. Da qui l’avvio di “interlocuzioni” con Mizzica. Insomma, mettere su una coalizione per fare numero e sommare liste. Il PD, da solo potrebbe contare su due liste; altrettanto Mizzica.

Ma qui la questione diventa problematica. Fabio Termine e il suo staff di intransigenti dovrebbe cancellare dalla lavagna quella linea verticale tracciata per dividere buoni e cattivi. Tra questi ultimi non può escludere il PD. Dunque, Fabio Termine dovrebbe tirare la leva su “indietro tutta” e invertire bruscamente le sue requisitorie sul PD e sul governo cittadino monocolore PD.

Ma Mizzica, e dunque Fabio Termine, è corteggiato anche dal candidato sindaco del centrodestra, Matteo Mangiacavallo. L’ex deputato grillino pensa ad allargare la coalizione del centrodestra (ridotto) allargando le braccia a Mizzica. E qui il problema per Fabio Termine continua ad essere notevole. Dovrebbe sconfessare se stesso sostenendo in campagna elettorale una coalizione nella quale fanno parte personaggi aspramente criticati da Termine. Gli interventi di Termine in Consiglio comunale, usando toni aspri non erano rivolti solo alla coalizione di Francesca Valenti, ma anche a consiglieri dell’opposizione, parte dove era seduto lo stesso Termine.

Oggi, Fabio Termine si trova tra due fuochi. Sta a lui scegliere con quale farsi bruciare.

Filippo Cardinale