“MISTERO SCIACCA” , OVVERO, LA PERDITA DELLA MEMORIA SU UN FENOMENO CHE SCONVOLSE IL MONDO
La presentazione del libro Vincenzo Rajola “Mistero Sciacca”, avvenuta ieri pomeriggio nell’ex chiesa Santa Margherita, è stata salutare per Sciacca. Un “terapeutico” schiaffo per destare la nostra Città da un sonno che dura da oltre un secolo e che le ha fatto, forse volutamente, perdere la memoria di ciò che è stato il corallo per la nostra comunità.
Tra il 1875 ed il 1900, il mare di Sciacca ha rappresentato un giacimento corallifero di enorme portata. Ha spiegato Vincenzo Rajola che “in 14-15 anni si sono estratti 14 milioni di chili di corallo di Sciacca”. Non sono numeri a caso, ma sono “dati ufficiali del Ministero”.
“Il corallo di Sciacca- ha proseguito Rajola- ha fatto la fortuna di Torre del Greco”. Ma ha spiegato anche la differenza tra Sciacca e Torre del Greco. “Torre del Greco ha beneficiato dell’intuito dei Borbone che hanno creato le basi per la lavorazione del corallo. Dunque, hanno consentito di allungare di allungare la filiera produttiva, dal pescato alla lavorazione”. A Torre del Greco nacque l’importante scuola per la lavorazione e l’incisone del corallo. Cosa che, invece, è mancata nella nostra Sciacca. La pesca del corallo di Sciacca fu talmente enorme che fece crollare il mercato mondiale.
“Ad un certo punto- spiega Rajola- per l’enorme quantità di corallo di Sciacca pescato, crollò il prezzo. Da 28 lire al chilo precipitò a 2,8 lire al chilo. Fu la rovina per numerosissimi pescatori. Avevano chiesto, per incrementare le loro attività, prestiti alle banche, offrendo in prestito il prezioso “oro” del mare. Ma poi, quando il prezzo precipitò, le banche si accorsero che il corallo che avevano preso in pegno aveva un valore assai inferiore e costrinsero chi aveva contratto un prestito a estinguerlo immediatamente. Molti dovettero vendere anche la casa”.
Il titolo “Mistero Sciacca” è emblematico. Sciacca è come se avesse cancellato dalla memoria un periodo significativo della sua storia sociale ed economica. Ma v’è un altro mistero: perché Sciacca non riesce a decollare in maniera definitiva dal tesoro che offre il suo territorio? L’interrogativo merita una lunga riflessione. Il corallo di Sciacca è unico al mondo, non solo per il suo colore. E’ l’unico corallo a portare il nome della città. Da analisi commissionate da Rajola, fino a interessare importanti laboratori americani, risulta la sua origine che va indietro negli anni con un salto gigantesco: 14 mila anni fa. Il corallo di Sciacca contiene minerali che sono stati generati da importanti e ripetuti fenomeni di vulcanesimo. E il nostro specchio di mare è abbastanza interessato con la presenza dell’isola Ferdinandea, di Empedocle, un enorme vulcano sottomarino.
La presentazione del libro è stata arricchita dall’intervento dell’ingegnere Peppino Di Giovanni che sta lavorando in una approfondita ricerca sul corallo di Sciacca. Sono intervenuti anche l’avvocato Primo Veneroso e il medico Mimmo Macaluso. L’Amministrazione era presente con il sindaco Fabrizio Di Paola e l’assessore Salvatore Monte.
La presentazione è stata organizzata dall’associazione l’AltraSciacca in collaborazione con la direzione della Biblioteca.