MINISTRO BELLANOVA, “NO AL VINO PRIMITIVO SICILIANO”

«Mai consentirò che una bottiglia di vino siciliano Dop o Igp possa chiamarsi “Primitivo” esattamente come solo le Dop Igp Siciliane possono utilizzare il nome del vitigno «Nero d’Avola» e questo nonostante quel vitigno possa essere coltivato in altre regioni che lo hanno inserito nell’elenco delle varietà raccomandate e autorizzate».

A dichiararlo è la ministra per le Politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova relativamente all’allarme ingenerato in Puglia dopo l’autorizzazione da parte della Giunta regionale siciliana alla coltivazione della varietà Primitivo sull’intero territorio regionale.

Bellanova rileva inoltre che «la legislazione europea e i corrispondenti decreti nazionali proteggono i riferimenti territoriali, le cosiddette indicazioni geografiche, ma non creano la protezione giuridica delle varietà né impediscono che quelle uve possano essere coltivate anche altrove».

«Purtroppo- sostiene ancora la ministra- questa è un’epoca in cui nessuno più studia o semplicemente si documenta ed è ben triste una politica che cavalca qualsiasi cosa pur di guadagnare un po’ di visibilità, ingenerando confusione e peraltro legittimando aspettative di tutti i generi. Eppure anche sul sito del ministero è possibile reperire tutte le indicazioni necessarie proprio sulle Indicazioni geografiche».

«In Sicilia conclude- come in altre regioni italiane non si può impedire, dopo necessaria sperimentazione, l’impianto di viti Primitivo ma i vini Dop e Igp ottenuti non potranno mai essere etichettati con l’indicazione in etichetta del nome del vitigno “Primitivo».