Mini dissalatori in affitto dell’ex socio di Sicilacque per affrontare la crisi idrica. Idea del Direttore Generale di Aica
Lo scrive LA SICILIA che ha intervistato Guarneri. Costerebbero 150 mila euro per due mesi con una fornitura di 15 lt al secondo, superiore ai 3 lt della nave cisterna, il cui costo è di 1,5 milioni
Il gruppo francese Veolia, leader mondiale nelle tecnologie per il trattamento acque e fino a pochi anni fa proprietario del pacchetto azionario di maggioranza di Sicilacque spa, poi rilevato da Italgas, potrebbe correre in soccorso della provincia di Agrigento per mitigare le gravi conseguenze della crisi idrica in atto.
C’è un’idea della direzione generale dell’Azienda Idrica Comuni agrigentini che porta diritto alla società francese, leader nelle tecnologie di dissalazione che permettono di ridurre dell’80% il consumo di energia rispetto agli anni ’80, quando la dissalazione termica era la tecnologia predominante. Veolia dispone di mini dissalatori che possono essere presi in affitto.
Si tratta di due impianti da 15 litri al secondo che possono essere messi al servizio di Aica ad un costo complessivo di locazione per due mesi di 150 mila euro. Un importo ritenuto abbordabile per le casse del gestore idrico. Una relazione in tale senso è stata portata all’attenzione delle autorità regionali e in particolare della cabina di regia che sta gestendo lo stato di emergenza.
“E’ una mia idea tecnica – dice il direttore generale di Aica Claudio Guarneri – la decisione finale spetta ad organi superiori alla nostra società. Ho già contattato Veolia per informazioni tecniche ed ho appreso che i loro impianti sono attualmente attualmente impegnati in grossi progetti ad Abu Dhabi, non se se con un intervento della politica regionale si potrà aprire questo percorso”.
Aica sta lavorando per tirare fuori dai guai la comunità agrigentina, costretta a piani di razionamento ormai da mesi e con prospettive poco incoraggianti fino al prossimo mese di agosto, alla luce della indisponibilità totale dell’invaso Fanaco che arriverà a giorni. Visti i costi della nave cisterna che eventualmente potrebbe intervenire per lenire la crisi agrigentina, che si aggirano sul milione e mezzo di euro per 3 litri di acqua al secondo, la possibilità di un utilizzo dei mini dissalatori “portatili” è da prendere in seria considerazione.
La dissalazione per osmosi inversa, che si basa sulla filtrazione a membrana, è la soluzione tecnologica più diffusa nei paesi che utilizzano la dissalazione per combattere la carenza di acqua dolce, poiché riduce il loro consumo energetico.
da LA SICILIA