Metaverso, 9 consumatori su 10 non vedono l’ora di provarlo
Una tecnologia evoluta e dalle incredibili potenzialità: ecco come si presenta il metaverso agli occhi di aziende e consumatori, che secondo l’istituto di ricerca Capgemini sono sempre più attratti dalla possibilità di accedere al mondo virtuale. Ma perché il metaverso piace tanto? E cosa potrebbe cambiare nel nostro modo di intendere il web?
Interazioni personali e shopping, quante opportunità nel metaverso
Ne stiamo sentendo parlare tanto in questi mesi, ma il metaverso è per molti di noi ancora un concetto poco chiaro: questo universo parallelo in cui potremmo ritrovarci nel giro di pochi anni, se non di mesi, è infatti sulla bocca di tutti ma non sono ancora ben delineati i cambiamenti che riguarderanno le nostre attività quotidiane. Rivoluzionario secondo gli esperti, destinato a esplodere in una bolla secondo i detrattori, il metaverso promette in realtà di modificare radicalmente l’idea stessa di web cambiando il modo di fruire dei vari servizi.
Nonostante tutto, i consumatori sembrano sempre più attratti dall’opportunità di creare un proprio avatar ed entrare in questo nuovo mondo per vivere esperienze immersive in vari ambiti: è quanto emerge dall’indagine eseguita dal Capgemini Research Institute su un campione di 8mila consumatori e 1000 organizzazioni dislocate in 12 diversi Paesi, che mostra come la consapevolezza verso questa tecnologia sia in crescita sia da parte dei singoli – con 9 consumatori su 10 intenzionati a provarla – che delle aziende, pronte a investire in tal senso per migliorare i rapporti interni ed esterni.
A incuriosire i consumatori sono, in particolare, la possibilità di utilizzare il metaverso in maniera immersiva per interagire con familiari, amici e colleghi, ma anche come strumento per effettuare shopping online in maniera completamente differente rispetto al passato, combinando le caratteristiche tipiche del commercio fisico con l’uso delle nuove tecnologie. Di conseguenza, le stesse organizzazioni raccolgono il sentiment comune investendo sull’uso di questi sistemi per trarre ulteriori benefici, per esempio migliorando l’esperienza di acquisto e per permettere la prova di prodotti ad alto coinvolgimento, come quelli di arredamento e, non ultime, le automobili, che potranno essere visionate e “guidate” virtualmente per valutarne prestazioni, design e caratteristiche.
Metaverso, AR e VR: quali prospettive per i prossimi mesi
Se il metaverso può diventare così dirompente e importante per tutti noi, molto si deve alle evoluzioni delle tecnologie di realtà aumentata e realtà virtuale, che sono alla base delle numerose applicazioni del nuovo mondo digitale. Già diffusesi in questi anni in settori come quello turistico, nella prototipazione ingegneristica o nel campo dei giochi, per esempio per creare sale da poker 3D aperte a tutti e portare il gioco in luoghi non convenzionali – vedi l’esperienza di Pokémon Go – realtà aumentata e realtà virtuale sono oggi alla base del funzionamento dello stesso metaverso, che grazie a esse può immergere l’utente in un contesto pienamente coinvolgente e immersivo.
Molte aziende stanno infatti sperimentando soluzioni ad hoc per “avvolgere” il consumatore e trasportarlo nella propria realtà parallela, così da garantirgli un’esperienza multisensoriale e maggiori opportunità di conoscenza. Secondo quanto rilevato da Capgemini, per esempio, la realtà aumentata e virtuale è in uso in numerose realtà che si occupano di arredamento per la casa ed elettronica come strumento per mostrare il risultato della progettazione in versione tridimensionale e, dunque, stimolare il processo di scelta e acquisto.
Secondo quanto riportato nel report, nell’arco di 1-2 anni ben il 66% delle organizzazioni mira a introdurre esperienze immersive nella propria attività, il 15% spera di riuscire a essere presente nel metaverso nel giro di 12 mesi, mentre un altro 45% punta a un orizzonte temporale di 3 anni, ritenendo che il vero e proprio boom della nuova dimensione parallela avverrà in questo lasso temporale.
D’altro canto, manca ancora una vera e propria pianificazione strategica per quasi la metà delle realtà coinvolte nell’indagine e il 56% dichiara apertamente di non aver ancora stabilito un piano d’azione per adottare le nuove tecnologie. A pesare, in questo senso, sono alcune importanti criticità, a partire dai dubbi che singoli e imprese hanno ancora riguardo ai temi della privacy e della sicurezza personale nel multiverso, forse ancora troppo poco affrontati, e la mancanza di competenze specifiche, soprattutto in ambito lavorativo, che bloccano gli investimenti relativi alla creazione di spazi virtuali. Non appena saranno cadute anche queste barriere, un po’ come accaduto in passato per internet e per i social network, è facile tuttavia immaginare una rapida ascesa dei nuovi sistemi e il loro utilizzo dirompente da parte sia degli utenti singoli che delle aziende dislocate in ogni parte del mondo.