Mercato del pescatore e Isola ecologica: realizzati con fondi europei, mai aperti e oggi in degrado

SCIACCA. Sono stati tra i primi interventi progettati a Sciacca dal Gruppo di Azione Costiera “Il Sole e l‟Azzurro – tra Selinunte, Sciacca e Vigata”, la società consortile costituita nel gennaio del 2013 e formata da 9 Comuni della fascia costiera compresa tra Castelvetrano e Porto Empedocle.

Con la prima tranche di finanziamenti europei (2 milioni e mezzo di euro) nel 2017, alla scadenza della programmazione, vennero realizzate a Sciacca alcune infrastrutture al servizio della pesca, tra cui il Mercato del pescatore e un’Isola ecologica. L’obiettivo era effettuare la vendita del pesce al dettaglio e conferire i rifiuti speciali della loro attività. Sono ormai passati oltre 6 anni dalla conclusione dei lavori e le infrastrutture, entrambe in legno mai manutenzionato, sono ancora chiuse e inutilizzate. In verità la copertura esterna del Mercato viene utilizzata da alcuni anziani pescatori per partite a carte.

Come altre opere pubbliche incompiute della storia di Sciacca, le più famose Teatro Samonà, Piscina comunale e Casa albergo per anziani che per anni sono state monumento della inefficienza della pubblica amministrazione (l’unica funzionante è la Casa albergo ma come Hub per le vaccinazioni anticovid), anche le opere del Gac (oggi Flag) “Il Sole e l‟Azzurro – tra Selinunte, Sciacca e Vigata”, sono ormai diventate un esempio di come non spendere soldi pubblici senza avere la certezza che poi funzioneranno. In questo caso risorse del Programma Operativo Fondo Europeo della Pesca.

All’epoca il progetto Gac risultò primo in graduatoria, ma a Sciacca gli effetti del cosiddetto “Sviluppo sostenibile delle zone di pesca” non si sono visti. E le infrastrutture inutilizzate in stato di degrado ne sono una testimonianza. La società consortile nel 2017 venne di nuovo finanziata (prima esclusa e poi riammessa) con altri 2 milioni di euro. Nella nuova programmazione sono state realizzate altre opere infrastrutturali nella zona portuale, un impianto di videosorveglianza (che deve essere attivato) e il rifacimento dell’assetto viario della zona portuale con la manutenzione del manto stradale.

Ad onor del vero qualche passaggio burocratico per mettere in funzione il Mercato del pescatore negli anni successivi il Comune lo ha fatto, ma con passi elefantiaci: con un bando l’infrastruttura venne consegnata alle due cooperative di pesca, che non hanno però potuto avviare la loro attività sempre per problemi tecnici e burocratici. Intanto il tempo passa, i rifiuti speciali che scaturiscono dall’attività di pesca si trovano spesso abbandonati sull’asfalto, le due strutture in legno sono in stato di degrado e avranno bisogno di un corposo e costoso restauro.

Nei giorni scorsi su questi ritardi c”è stata un’interrogazione del consigliere comunale Calogero Bono.

Giuseppe Recca