Mazara del Vallo, sequestro beni a imprenditore per 2.5 mln di euro. Un sistema di società portate alla bancarotta
TRAPANI- Stamattina, operatori della Polizia di Stato in servizio alla Divisione Anticrimine e militari della Guardia di Finanza in forza al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Trapani hanno eseguito in Mazara del Vallo un provvedimento di sequestro anticipato di beni ai fini della confisca, nei confronti di un imprenditore, per un valore complessivo di circa 2.5 milioni di Euro.
Il provvedimento ablativo è stato emesso dal Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione su proposta del Questore di Trapani, per l’applicazione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di abituale dimora e della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro anticipato dei beni, ai fini della confisca, avanzata ai sensi del Decreto Legislativo n. 159/2011 (cd. Codice Antimafia) a conclusione di analisi condotte sui precedenti giudiziari del destinatario dell’odierno provvedimento nonché di approfondite indagini patrimoniali svolte dagli uffici in intestazione.
Le analisi sulla pericolosità sociale del proposto avrebbero evidenziato come lo stesso abbia improntato la propria attività imprenditoriale – inizialmente nel settore del commercio di carburante e di lavaggio auto, e poi nel settore turistico-alberghiero – finanziandola con la commissione di reati lucrogenetici, soprattutto in materia fallimentare e tributaria, da cui ha per buona parte tratto il proprio sostentamento, per sé e per la propria famiglia, continuando ad operare sul libero mercato mediante condotte sistematiche di fraudolento ricorso al credito bancario, di distrazione di ingenti risorse da società avviate al fallimento, nonché di evasione fiscale.
In particolare, nel corso della propria vita, ha tratto ingenti profitti dalla propria attività imprenditoriale, svolta in massima parte con modalità illecite attraverso il ricorso a varie società, con spregio delle regole relative alla organizzazione ed alla sana gestione delle stesse.
Il proposto ha allestito negli anni, infatti, una raffinata organizzazione di società, spesso amministrate tramite terzi, la cui gestione era improntata essenzialmente all’evasione fiscale ed alla distrazione di risorse sia in favore del proprio nucleo familiare che in favore di sempre nuovi progetti economico-imprenditoriali, realizzati a discapito dell’erario e dei creditori.
In sostanza il modus operandi del proposto, le cui condotte si possono datare fin dall’inizio degli anni 2000, si è sostanziato nell’allestire ed impiantare società (la prima esercente nel commercio di carburanti), gravarle di debiti, non onorarli per poi chiedere ad istituti bancari la rinegoziazione di quegli stessi debiti aprendo nuove e più ingenti linee di credito. Una volta ottenuti i nuovi finanziamenti (che dovevano essere destinati al risanamento della società in dissesto) lo stesso ha puntualmente e serialmente distratto i fondi ottenuti, intascandone una parte per il proprio sostentamento ed investendo il resto in nuove e sempre più importanti attività imprenditoriali nel settore ricettivo e
turistico (hotel, ristoranti e da ultimo anche uno stabilimento balneare, tutti insistenti in Mazara del Vallo), per poi ciclicamente portare le nuove società a bancarotta e reiterare così le proprie condotte illecite.
Nel corso degli anni le società avviate dal soggetto in argomento (direttamente o tramite congiunti e prestanome) acquisivano i beni e le attività delle società condotte al fallimento in precedenza, lasciando di fatto il controllo di gestione all’odierno proposto e sfuggendo ai creditori e, principalmente, alle pretese erariali.
Per queste condotte negli anni ha riportato condanne divenute irrevocabili per i reati di bancarotta fraudolenta, evasione fiscale, mancato versamento di oneri tributari ed altri reati in materia fiscale.
Tale metodologia criminale si è rinnovata sino a tempi recenti, allorquando – lo scorso anno – una società riferibile alla figlia si è aggiudicata, partecipando alla vendita giudiziaria relativa alla procedura esecutiva di una delle ultime società fallite del soggetto in questione, un albergo in Mazara del Vallo, peraltro oggetto del sequestro odierno.
Tale ultimo episodio ha fornito una straordinaria evidenza circa l’attualità della pericolosità sociale del proposto e la necessità ed urgenza di anticiparne il sequestro dei beni ai fini di un’eventuale confisca di prevenzione.
Con tale criminale metodo il proposto ha accumulato negli anni ingenti capitali; le indagini patrimoniali esperite nei confronti del proposto hanno consegnato una rilevante “sproporzione” tra i redditi lecitamente acquisiti e la reale disponibilità economico-finanziaria dello stesso e del suo nucleo familiare.
Il provvedimento reale in oggetto prevede il sequestro preventivo dei seguenti beni:
• Un appartamento per civile abitazione con pertinenze sito in Mazara del Vallo;
• Un locale adibito a deposito in Mazara del Vallo;
• Quote societarie e intero compendio aziendale di 6 società sedenti in Mazara del Vallo Tra i beni delle citate società rilevano i seguenti:
• Un albergo
• Uno stabilimento balneare con ristorante
• Lotto di terreno con strutture adibite ad autolavaggio ed ad uso ufficio;
• Lotto di terreno in Mazara del Vallo
Le aziende ed i beni sono state affidate ad un amministratore nominato dal Tribunale di Trapani che ne assicurerà la gestione con l’obiettivo di non disperdere posti di impiego e contratti in essere con terzi estranei al provvedimento di sequestro.