Mazara del vallo, Blue Sea Land: come non buttare nulla dei pesci
MAZARA DEL VALLO. I sottoprodotti di lavorazione delle risorse ittiche rientrano nella categoria dei rifiuti speciali e vanno smaltiti dalle imprese anche con un costo. Tuttavia le frazioni residue della lavorazione contengono una quantità significativa di composti e ingredienti bioattivi che possono essere utilizzati in molteplici settori industriali (farmaceutico, cosmetico, nutraceutico), con benefici sia per l’ambiente che per le imprese che ne possono avere un ritorno economico e anche in termini di immagine agli occhi dei consumatori.
Di queste tematiche se ne è parlato a Mazara del Vallo nell’incontro dedicato alla valorizzazione dei sottoprodotti da risorse ittiche, svoltosi presso l’auditorium ‘Mario Caruso’ nell’ambito della X edizione di ‘Blue Sea Land’. Il workshop, coordinato da Concetta Messina dell’Università degli studi di Palermo e componente dell’Osservatorio della pesca del Distretto Cosvap, è stato finalizzato a coinvolgere le principali eccellenze europee di ricerca e sviluppo operanti in questi ambiti, per avviare un percorso di collaborazione con le imprese del Distretto. L’obiettivo è quello di ridurre la produzione dei residui derivanti dalla lavorazione del pesce.
Un percorso di studi e ricerca che già da anni ha avviato l’Osservatorio della pesca del Distretto Cosvap e che oggi a Mazara del Vallo ha segnato un’ulteriore tappa. «Abbiamo già studiato la filiera dell’acquacoltura e quella del gambero rosso – ha detto Concetta Messina dell’Università di Palermo e componente dell’Osservatorio – e abbiamo ottenuto un importante risultato: dai sottoprodotti della lavorazione di queste specie ittiche si può recuperare olio di pesce e antiossidanti». Da qui l’interesse dell’industria farmaceutica e non solo.
GLI ESEMPI EUROPEI, ‘ECCELLENZE’ DEL SETTORE Il settore del recupero e utilizzo dei sottoprodotti è già ben rodato in alcune Paesi europei come la Francia, la Danimarca e l’Islanda. A Mazara del Vallo hanno raccontato le loro esperienze Jean Marie Furic della francese ‘Bioceval enterprise’ (producono ingredienti per mangimi utilizzati nell’acquacoltura), Margret Geirsdòttir della ‘Matis Iceland’ (ha contributo alla produzione di cosmetici, prodotti per la nutrizione umana e animale), Anni Simonsen del Bio Cluster della Danimarca. Sugli studi scientifici sono intervenuti, tra gli altri, Frederick Debeaufort dell’Università di Borgogna, Yannins Kotzamanis del Centro per la ricerca marina della Grecia, Ivona Mladineo dell’Accademia della ricerca della Repubblica Ceca. «Tutte queste realtà operano già nella direzione tracciata dall’Unione Europea di migliorare la sostenibilità, ridurre lo spreco e, nello stesso tempo, generare nuove opportunità economiche e di lavoro» ha detto ancora Concetta Messina. Presenti all’incontro Fedra Francocci del Cnr e Antonio Lo Coco della ‘Blue Ocean’.
UN PROTOCOLLO DI COOPERAZIONE La Sicilia sconta la poca capacità industriale di utilizzare gli scarti derivanti dalla trasformazione delle specie ittiche e per questo la Regione Siciliana attraverso il Dipartimento della pesca, il Distretto Cosvap e le Università stanno lavorando per migliorare questo aspetto. Ecco perché proprio a ‘Blue Sea Land’ è stata presentata l’idea di avviare una cooperazione tra il Distretto Cosvap, enti di ricerca e aziende europee con esperienza consolidata nel settore. Questa cooperazione sarà avviata grazie alla istituzione di un gruppo di lavoro composto dagli esperti intervenuti, che guiderà le imprese siciliane che già operano nella trasformazione dei prodotti ittici in un percorso di valorizzazione e del riutilizzo dei sottoprodotti.