MARINELLO (PD): FALSE LE MOTIVAZIONI POLITICHE DI VITO BONO”

“Ho appreso la notizia delle dimissioni del Sindaco dalla conferenza stampa tenuta dallo stesso ieri, 3 febbraio, nel corso della quale ha anche illustrato le motivazioni della sua decisione. Due sembrano essere essenzialmente le motivazioni: una legata al problema della sua incompatibilità professionale con la carica di Sindaco; l’altra dipendente da una condizione di conflittualità sorta tra il Sindaco e alcuni consiglieri comunali”.

Inizia così la nota del deputato regionale del Pd, Vincenzo Marinello, nel commentare le dimissioni di Vito Bono, il quale dissente dalla motivazione politica avanzata dall’ex sindaco: “Devo dissentire profondamente e radicalmente dalle motivazioni addotte, sia perché non del tutto fondate, almeno per l’aspetto politico che riguarda il PD, sia per il danno che viene procurato alla città, interrompendo l’attuazione del programma, che invece avrebbe potuto essere realizzato portando a termine di scadenza naturale il mandato. Per quanto riguarda il PD, la verifica politica dello scorso dicembre si è conclusa con l’invito al Sindaco ad andare avanti con impegno per la realizzazione dei punti programmatici, tra cui spiccavano ai primi posti quelli evidenziati dal Sindaco nella sua conferenza, cioè il Piano Regolatore Generale e il Piano del Porto”.

Secondo Marinello, “il PD chiedeva anche una migliore relazione con le forze politiche della coalizione e con le singole espressioni consiliari, con le quali doveva essere svolta quest’attenta opera di mediazione e di propulsione, da affidare alla cosiddetta cabina di regia. Dove sta il venir meno della fiducia “che lega il Sindaco alla coalizione di governo che deve e dovrebbe sostenerlo”? É stata nominata la cabina di regia? La si è investita dei problemi insorti? Si è dato ad essa la possibilità e il tempo di affrontarli? Non mi sembra che ci sia traccia di alcuna iniziativa al riguardo, almeno nel lasso di tempo che scorre tra l’Epifania e la festa della Madonna”.

Marinello, ricorda anche il significato dell’elezione diretta del sindaco: “É opportuno poi ricordare al Sindaco che la Legge per l’elezione diretta è stata fatta appunto per sottrarre il Sindaco alle “camarille” consiliari, stabilendo un rapporto fiduciario diretto tra Sindaco e cittadini elettori. Senza sminuire il merito delle cose fatte, di cui invece va dato atto, forse è la sensazione di perdita di parte di quella grande fiducia che lo ha investito al momento delle elezioni, che ha influito sulla decisione del “gran rifiuto”.

Per quanto riguarda l’incompatibilità, Marinello osserva che “ininfluente appare poi il motivo della incompatibilità tra la carica di Sindaco e l’attività professionale, non perché l’incompatibilità non sussista, ma perché la legge dà agli interessati la facoltà di opzione e non commina, di conseguenza, alcuna pena di decadenza, almeno fino a quando non viene pronunciata da Giudice. Conformemente al parere dell’Ufficio Legislativo e Legale della Regione Siciliana. Si dà atto al Sindaco non soltanto delle cose fatte, ma anche della tempestività della sua decisione di rassegnare le dimissioni, al fine di consentire l’inserimento del Comune nella prossima tornata elettorale amministrativa, evitando così un lungo commissariamento. La parola ora torna ai partiti e ai cittadini, sperando che la fine fatta sin ora da tutte le formazioni civiche insegna a tutti qualcosa”.

Archivio Notizie Corriere di Sciacca