Marcia Terme, Confcommercio aderisce ma…

SCIACCA. Il responsabile cittadino della Confcommercio, Giuseppe Caruana, ha reso nota oggi l’adesione dell’organizzazione sindacale dei commercianti di Sciacca alla marcia per le Terme che comincerà domani a Sciacca. Caruana però ha voluto articolare tale decisione, ricordando alcune inadempienze dell’amministrazione comunale, che non scalfiscono comunque l’obiettivo comune di tutta la città per sollecitare le istituzioni regionali a fare di tutto per riaprire le Terme, vero volano primario dello sviluppo di Sciacca. La Confcommercio comunque non condivide metodo e tempi della protesta di domani.

“In riferimento alla manifestazione organizzata dall’Amministrazione Comunale, Confcommercio Sciacca aderisce e chiarisce che pur non condividendo metodo organizzativo e modalità di coinvolgimento, non condividendo la tempistica per una manifestazione di questo genere (assolutamente in ritardo per il tempo già trascorso inutilmente dall’insediamento di questa A.C.), ma considerato che la causa da difendere va aldilà di tutto in quanto le Terme per la città di Sciacca tutta rappresentano bene da tutelare e valorizzare, l’associazione da me presieduta sarà presente con il sottoscritto e alcuni delegati domani come da comunicazioni apprese a mezzo stampa. Non si può certo attendersi partecipazione di massa, in quanto il momento di grande difficoltà e la concomitante zona gialla in vigore proprio da oggi, non consentirà alla maggior parte degli iscritti di partecipare attivamente in quanto impegnati a riprendere il proprio lavoro. Tuttavia lo farò simbolicamente io nella qualità e nella rappresentanza a me demandata. Si coglie l’occasione per ribadire che in questi 4 anni di amministrazione già conclusi, tranne in pochissime anzi rare occasioni e solo su nostre sollecitazioni, il comparto del commercio mai è stato chiamato a discutere, dibattere, dialogare e/o programmare dall’A.C. in carica malgrado la sempre dimostrata disponibilità da parte della nostra associazione e ad oggi diverse sono le richieste rimaste inevase, in alcuni casi anche sollecitate ma a cui non ci si è degnato neanche di rispondere, comprese le ultime sollecitazioni riguardanti richieste di chiarimenti su avvisi TARI e IMU di anni precedenti, piuttosto che su una urgente riforma dei parametri applicati relativamente al servizio già denunciato come non equo nei confronti delle imprese su cui gravano la maggior parte dei costi. Un velo pietoso si dovrebbe poi stendere sulla tanto sventolata “consulta del commercio” un flop annunciato e di cui purtroppo non si saprà mai l’epilogo”.