MANDRACCHIA: “CUSUMANO E CATANZARO HANNO LACERATO MAGGIORANZA ANCHE SUL PIANO UMANO”

La mia presenza in aula oggi serve anche a tutelare, difendere la propria dignità e anche quella dei colleghi”.

Così ha esordito stasera il consigliere comunale Paolo Mandracchia, uno dei cinque ex assessori della giunta comunale nominata all’atto della sua elezione dal sindaco Francesca Valenti. Un foglio con appunti preparati con cura, messaggi al sindaco, alla città, ad alcuni colleghi ed ai parlamentari che hanno gestito l’operazione azzeramento della giunta. Nelle sue parole amarezza, rabbia, dispiacere. Ma anche accuse precise e la certezza che il futuro della città purtroppo non può essere roseo. 

Mandracchia sottolinea all’inizio di non essere il portavoce del gruppo di “azzerati”, così hanno voluto farsi chiamare, ma non rinnega ciò che due giorni fa ha sottoscritto insieme a Bellanca, Neri, Alongi e Settecasi.

Poi, imbracciando metaforicamente il mitra di Rambo con cui è stato immortalato in una vignetta, ha indicato in “Cusumano, Catanzaro e qualche qualche consigliere “cecchino”, i responsabili della lacerazione della maggioranza, non solo dal punto di vista politico ma anche umano”.

Non ho padroni o potenti politici che mi sostengono e mi ordinano – ha detto Mandracchia – sono un uomo libero”. Nel ricordare di essere stato il primo eletto della coalizione con 507 voti e che la lista Uniti per Sciacca ha rappresentato il 6,2 per cento, Mandracchia ha puntato il dito su Cusumano e Catanzaro: “Il senatore – ha detto – si ricorda dei numeri solo quando deve accaparrarsi un altro incarico”.

Ed ha poi detto che non intende in futuro utilizzare il ricatto politico: “Non mi appartiene – ha detto – lavorerò e approverò quegli atti che avranno un reale beneficio per la città. La mia esperienza politica con molti degli attuali attori e comparse del centrosinistra è finita il 12 settembre scorso – ha aggiunto – non pensiate che questo modus operandi vi porterà lontani. Le prossime competizioni elettorali lo dimostreranno. Dico no ai pupari che hanno indotto il sindaco ad un azzeramento figlio di esigenze personali e di bassa politica”.

Nel sottolineare di avere impegnato un anno di attività amministrativa tentando di fare il bene della città e affrontando sacrifici, Mandracchia ha aggiunto che la sua presenza in aula serve anche ad eliminare “i miseri alibi che qualcuno ha tentato di alimentare. La mia fiducia è nei confronti della città e non a quella parte della coalizione che ha preteso un azzeramento che ancora oggi risulta irrazionale al popolo saccense”. Ed ha consigliato alla collega Deliberto di non fidarsi delle “promesse da marinaio, se fatte seduti fronte mare il risultato potrà essere scontato” riferendosi ad un presunto incontro che la stessa avrebbe avuto con i “registi” dell’azione politica del sindaco Valenti.

Una stilettata anche per Simone Di Paola: “Difende tutti e tutto, offende pochi e poi goffamente tenta di recuperare – ha detto l’ex assessore – la mattina chiedete l’azzeramento, la sera dice che siamo indispensabili per la comunità di centrosinistra. Basta, questa comunità di centrosinistra non mi appartiene e non mi merita”.

Infine, rivolto al sindaco: “Basta con tutte le dichiarazioni e considerazioni negative nei nostri confronti ma contraddittorie nelle stesso tempo. Basta con aggettivi non consoni al ruolo e alle istituzioni, sfrutti la squadra vincente per dare lustro alla città. Basta con le allusioni, se ci sono atti di dolo amministrativo vanno denunciati, il tempo sarà galantuomo e porterà a galla tante altre verità”.

Giuseppe Recca,


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