Maggioranza e opposizione, il duello continua con sciabole di carta

SCIACCA.  La sospensione del Consiglio comunale, e il suo conseguente scioglimento che sarà sancito con decreto del Presidente della Regione, ha di fatto chiuso il campo delle sfide tra le parti politiche in aula consiliare. Ma i duelli continuano, e mancando l’aula consiliare si svolgono attraverso la carte, nei modi delle note inviate alla stampa.

La vicenda dello schema di statuto dell’azienda consortile speciale per la gestione del servizio idrico integrato nell’agrigentino, approvato a tamburo battente dal commissario ad acta venuto da Palermo con la veste di “sostituto” del Consiglio comunale, genera dibattito cartaceo tra centrodestra e “maggioranza” Valenti. Utilizzare il termine di “maggioranza”, in verità, sembra paradossale, essendosi ridotta la coalizione del sindaco a soli otto consiglieri rispetto agli iniziali 14. Una maggioranza diventata minoranza e che non poteva più garantire la realizzazione del progetto del sindaco Valenti approvando e sostenendo, con le regole democratiche, gli atti in Consiglio comunale.

Viviamo, ormai, in una società in cui tutto è in discussione, sovvertendo, talvolta, i cardini su cui si basa una democrazia. Un sistema che avrà, certamente, dei limiti, ma che sicuramente non ha alternative, tranne se si ambisce a copiare il sistema cinese.

Con l’approvazione da parte del commissario Pietro Valenti, ecco venir fuori con note cartacee le parti politiche: il centrodestra e la “maggioranza” Valenti.

Cominciamo con il centrodestra che sostiene che “c’è poco da esultare sul via libera dato del Commissario”, ricordando che  “da parte nostra non c’è mai stato ostruzionismo, ma un atteggiamento responsabile e lungimirante che volgeva a tutelare i cittadini e l’Ente”.  In sostanza,  il centrodestra ha da sempre sostenuto che  “il consiglio comunale fosse messo a conoscenza di tutta una serie di atti tra cui  il piano finanziario per avere un idea di massima di quali potevano essere i costi che i cittadini avrebbero dovuto affrontare in termini di tariffa, che continua oggi ad essere altissima”.

Atti richiesti dal centrodestra “e che sono rimasti senza risposta. Risposte che sono fondamentali per capire se tutto ciò non rappresenterà un altro groppone per l’Ente”.  In buona sostanza, per il centrodestra “il  Sindaco oggi non è nelle condizioni di dire alla città se il costo dell’acqua sarà più basso e se tale operazione non porterà danni all’Ente”. “Questo è quello che attende la popolazione e non certo annunci in pompa magna di un qualcosa che oggi non esiste ed è solo aria fritta”.

Per la “Maggioranza” Valenti, “l’adozione del Commissario Pietro Valenti dello schema di statuto per la costituzione della società consortile speciale per la gestione della risorsa idrica, ci inorgoglisce e ci riempie di gioia, ripagandoci, seppur in parte, delle tante amarezze subite in una delle pagine più tristi della storia dell’ultima consiliatura”. Ma non solo gioie, poiché “lascia una sensazione di profonda amarezza e rabbia, non essendo stato consentito al Consiglio Comunale di poter esprimere, con un voto favorevole, la propria volontà di portare la città di Sciacca verso l’approdo finale di una società per l’acqua pubblica”.

“Abbiamo subito per mesi una tattica inutilmente ostruzionistica, fatta di artifizi di ogni genere e sorta, che infine hanno impedito all’intero organismo di determinarsi”, aggiunge la “Maggioranza” Valenti. Sottolinea che “l’opinione pubblica, appurando che un atto deliberativo di così forte impatto politico è stato adottato da un Commissario straordinario, mentre il consiglio comunale, nonostante l’interminabile lasso di tempo intercorso, non sia stato capace di fare altrettanti, possa concluderne che è proprio la politica cittadina che frena la crescita e lo sviluppo del nostro territorio”.

Dunque, le sciabolate continuano. C’è solo da augurarsi che quanto oggi viene esaltato, domani non costituisca motivo di ricerca di un nascondino. In Sicilia, nel sud, non c’è un solo esempio di gestione pubblica esemplare. La gestione pubblica è appannaggio della politica che in essa trova il modo per piazzare trombati, amici degli amici, assunzioni. C’è da auspicarsi che l’azienda consortile speciale, che ancora deve nascere e poi superare la fase operativa, possa essere l’unico esempio nel sud di una entità pubblica che non solo sappia gestire con risultati efficienti il servizio idrico in provincia di Agrigento, ma anche dimostri un vantaggio per i cittadini che vedranno dimezzare la tariffa con cui acquistano l’acqua. Ma tutto questo è da verificare in futuro.

Filippo Cardinale