MAFIA, SEQUESTRATI BENI A BOSS DI CATTOLICA ERACLEA
Militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Agrigento hanno dato esecuzione all’ordinanza di sequestro emessa dal Tribunale di Agrigento – Sezione Misure di Prevenzione con riferimento al patrimonio immobiliare, mobiliare, nonché alle risorse finanziarie di Giuseppe Mormina, di Cattolica e di 78 anni.
L’ordinanza scaturisce dagli esiti di accertamenti patrimoniali delegati ai finanzieri nell’ambito del procedimento di misure di prevenzione della Procura Distrettuale di Palermo con riferimento al Mormina ed al rispettivo nucleo familiare. L’attività di accertamento si è resa possibile grazie all’approfondita analisi dei flussi finanziari rapportata a consumi e redditi conseguiti su un ampio arco temporale.
I BENI SEQUESTRATI. I militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Agrigento hanno posto i sigilli a 7 immobili residenziali, un complesso aziendale (operante nel settore agricolo) e nr. 22 terreni di estensione complessiva pari a 373.410 mq. situati nel Comune di Cattolica Eraclea (AG), nonché conti correnti e di deposito per un valore complessivo di euro 752.377,05.
IL PROFILO DI MORMINA. Il provvedimento di prevenzione, che attiene alla figura di Giuseppe Mormina (detto “ciccu MORMINA”) figlio del noto boss Francesco Mormina storico capo mafia cattolicese, ne evidenzia la pericolosità in quanto risultato legato a personaggi criminali di calibro internazionale (dei quali il più noto è senza dubbio “Nick” Rizzuto) e, come sottolineato dai giudici, individuato come il successore nel ruolo di capo della storica famiglia di Cattolica Eraclea (AG).
Il Mormina risulta infatti legato da stretti rapporti familiari con Domenico Terrasi (persona sottoposta alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza), altro elemento di spicco della consorteria mafiosa di Cattolica Eraclea, unitamente al quale è stato altresì testimone di nozze di tale Gaetano Amodeo, quest’ultimo arrestato in Canada dopo una lunga latitanza per aver avuto un ruolo attivo in vari omicidi, tra i quali quello del maresciallo dei Carabinieri Giuliano Guazzelli. Lo spessore criminale del Mormina traspare poi in modo indubitabile dai rapporti intrattenuti con diversi esponenti del sodalizio criminale mafioso quali Antonino Messina, (già reggente della “famiglia” di Agrigento negli anni 80), Emanuele Sedita, Simone Capizzi e Salvatore Di Ganci, rispettivamente capi delle “famiglie” di Ribera e di Sciacca, nonché della stessa famiglia Bonanno.