Mafia, “Opuntia”: rigettato ricorso, definitive le assoluzioni di Scirica, dei fratelli Alesi e di Friscia
MENFI. Riconferma delle assoluzioni della sentenza di primo grado per il processo per mafia “Opuntia”. Non è stato ritenuto ammissibile il ricorso avanzato dalla Dda di Palermo, presentato oltre i termini previsti. La Corte di Appello di Palermo ha, dunque, accolto l’eccezione dei difensori dei quattro imputati, il medico di Menfi Pellegrino Scirica, di 63 anni; i fratelli Giuseppe e Cosimo Alesi, di 48 e 53 anni, anche loro di Menfi; di Domenico Friscia, di 55 anni, di Sciacca.
Il processo “Opuntia” procede la sua celebrazione in Corte di Appello con l’udienza il 24 maggio per la discussione del Procuratore Generale. Imputati in questo troncone sono il menfitano Vito Riggio, di 46 anni (per lui l’accusa è stata riqualificata in favoreggiamento), condannato a 2 anni e 6 mesi; il collaboratore di giustizia Vito Bucceri, di 46 anni, di Menfi, condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi con i benefici della collaborazione e in continuazione. Il processo di primo grado, a Sciacca, per ambedue si è celebrato con il rito ordinario.
Per altri due imputati, che hanno scelto il rito ordinario con sentenza di condanna in primi grado al Tribunale di Sciacca, un’udienza è fissata il 23 marzo. Si tratta di dei menfitani Matteo Mistretta, di 34 anni, condannato in primo grado a 13 anni di reclusione, e Tommaso Gulotta, di 55, al quale il Tribunale di Sciacca ha inflitto 15 anni.
La pubblica accusa ritiene che Mistretta abbia fornito disponibilità a Bucceri con un contratto di lavoro nella sua azienda agricola. Contratto che avrebbe consentito a Bucceri una mobilità in diversi territori aggirando in tal modo le prescrizioni della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Gulotta è accusato di avere accompagnato Pietro Campo di Santa
Margherita in località Magaggiaro per un incontro con Vito Bucceri.
Quest’ultimo, ritenuto al vertice della famiglia mafiosa di Menfi, è collaboratore di giustizia.