MAFIA, OPERAZIONE “OPUNTIA”: CHIESTO PROCESSO PER 8. C’E’ ANCHE IL SACCENSE FRISCIA
L’operazione antimafia denominata “Opuntia”, condotta dai carabinieri della compagnia di Sciacca e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, procuratore aggiunto di Paolo Guido, ed i sostituti Alessia Sinatra, Calogero Ferrara e Claudio Camilleri, si era conclusa con arresti in due tappe, nel 2016 e 2018. Nel frattempo, c’è stata la scelta di Vito Bucceri, considerato capo della famiglia mafiosa di Menfi, di collaborare con la giustizia.
La Dda di Palermo ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio per 8. Sette sono di Menfi (incluso lo stesso Bucceri), uno è di Sciacca, Domenico Friscia.
Davanti al Gup del Tribunale di Palermo, Ermelinda Marfia, il prossimo 6 dicembre si svolgerà l’udienza per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio da parte dei magistrati della Dda di Palermo.
Richiesta di rinvio a giudizio con udienza preliminare fissata per il 6 dicembre, davanti al Gup del Tribunale di Palermo, Ermelinda Marfia, per Domenico Friscia, di 55 anni, di Sciacca, che si trova in carcere. Gli altri sette sono tutti di Menfi: Tommaso Gulotta, di 53 anni, Matteo Mistretta, di 32, e Vito Riggio, di 48 anni (si trovano in carcere), i fratelli Giuseppe e Cosimo Alesi, di 48 e 53 anni, il medico Pellegrino Scirica, di 63, Vito Bucceri, di 46 anni.
Bucceri, dagli investigatori, è considerato colui il quale il capo della famiglia di Menfi, che mantiene “costanti contatti con Pietro Campo e Domenico Friscia, quale referente decisionale dell’organizzazione nel territorio per le questioni delle locali famiglie mafiose e per la gestione delle interferenze nella realizzazione delle opere oggetto di appalti ed opere pubbliche, nonché per l’illecita gestione dei proventi del settore dei videopoker e delle slotmachines”.
Al saccense Frisciac viene contestato “di avere fatto parte della famiglia mafiosa di Sciacca e di essere stato consigliere di Bucceri nell’organizzazione e nella gestione delle illecite attività, prendendo parte ad incontri e riunioni con il medesimo e con altri esponenti di vertice di cosa nostra della medesima famiglia mafiosa di Menfi”. Il medico Pellegrino Scirica per la Dda avrebbe “fatto parte della famiglia mafiosa di Menfi, veicolando costantemente informazioni tra gli associati, mettendo a disposizione il suo studio medico quale luogo di incontro riservato”.
I fratelli Giuseppe e Cosimo Alesi, secondo la Dda, avrebbero “fatto parte della famiglia mafiosa di Menfi, veicolando informazioni e messaggi tra i vari associati all’organizzazione mafiosa, organizzando incontri riservati tra Friscia Domenico e Bucceri Vito anche in locali nella loro disponibilità a Menfi”.
Questo il collegio di difesa. Gli avvocati Nicola Madia e Flavio Moccia per Scirica. Moccia difende anche Gulotta assieme all’avvocato Accursio Gagliano. I fratelli Alesi sono difesi dall’avvocato Luigi La Placa, mentre Mistretta dagli avvocati Carmelo Carrara e Matteo Sbrigata. L’avvocato Calogero Lanzarone assiste Riggio, mentre Friscia è difeso dagli avvocati Teo Calderone e Francesco Graffeo. L’avvocato Monica Genovese difende Bucceri.