MAFIA, “FACE OFF”: DIVENTANO DEFINITIVE LE CONDANNE PER LUIGI E MAURIZIO PANEPINTO, GIOVANNI FAVATA E DOMENICO PARISI

La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi dei difensori di Luigi Panepinto (condannato a 12 anni di reclusione), Maurizio Panepinto (13 anni e 6 mesi), Giovanni Favata (12 anni e 3 mesi) e Domenico Parisi (14 anni e 9 mesi), accusati di associazione mafiosa e estorsione.

Diventano, dunque, definitive le condanne inflitte. Il processo nasce dall’operazione “Face off che nel 2008 decapitò la cosca mafiosa operante nella zone della Bassa Quisquina e dedita alle estorsioni ai danni di imprenditori. Investigazioni coordinate dalla procura antimafia di Palermo, dal magistrato antimafia Salvatore Vella. All’inizio gli imputati erano 6, poi Marcello Panepinto e Vincenzo Ferranti furono assolti in secondo grado. Assoluzioni non appellate dalla Procura generale di Palermo.

La sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento ha disposto lo scorso anno la confisca di beni, per circa quattro milioni di euro, riconducibili ai fratelli Luigi e Maurizio Panepinto di Bivona, arrestati nell’operazione antimafia “Face Off”. Il loro patrimonio era stato sequestrato dai militari della Guardia di Finanza di Agrigento. In particolare, sono stati confiscati fabbricati di civile abitazione e per uso industriale a Bivona e Parma, dove i fratelli Panepinto avevano avviato delle attività imprenditoriali. Nella lista anche terreni per decine di ettari a Bivona, conti correnti, autovetture, impianti ed automezzi relativi a sei imprese della Bassa Quisquina operanti nel campo della produzione del cemento, del movimento terra e del trasporto. Le investigazioni cominciarono con la denuncia dell’imprenditore Ignazio Cutrò che raccontò tutto agli investigatori.

La parte civile, costituitasi, è stata rappresentata dall’avvocato Giuseppe Perconti e Katia La Barbera

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