MAFIA, CHIESTI 16 ANNI PER CARMELO MAROTTA

E’ accusato di far parte di Cosa Nostra e di aver favorito la latitanza del boss Giuseppe Falsone arrestato nel giugno del 2010 a Marsiglia

Il pubblico ministero della Procura antimafia di Palermo, Giuseppe Fici, al termine della sua requisitoria, conclusasi nella tarda mattinata,  ha chiesto la condanna per Carmelo Marotta, imprenditore riberese,  a 16 anni di reclusione. Per il magistrato inquirente della Dda, a carico di Marotta ci sarebbero, tra la’ltro,  le testimonianze del boss Calogero Rizzuto, intercettazioni, le pen drive sequestrata durante la perquisizione avvenuta nella sede della Edilmar di Sciacca e contenuta all’interno del borsello che Marotta portava con se. 

Secondo l’accusa, Carmelo  Marotta farebbe parte di Cosa Nostra e avrebbe favorito la latitanza a Marsiglia  del  boss della mafia agrigentina Giuseppe Falsone. Il prossimo 27 febbraio sarà la volta degli avvocati difensori  Aldo Rossi e Nino Zanghì.

Poi, il collegio giudicante composto dai giudici Andrea Genna (Presidente) e a latere Silvia Capitano e Luisa Intini, entreranno in camera di consiglio per la sentenza. Il processo scaturisce dall’operazione antimafia denominata “Maginot”, che ha visto condannare altri nove fedelissimi di Falsone. Questo filone di processo si è svolto con il rito abbreviato dinanzi il Gup del Tribunale di Palermo Lorenzo Jannelli. 

Lo scorso giugno, il Gup del Tribunale di Palermo ha condannato  Giuseppe Falsone a 18 anni di reclusione (l’accusa ne aveva chiesti 20); queste le altre condanne:
 
8 anni e 8 mesi Salvatore Morreale, di Favara, 42 anni, e Antonino Pirrera, 59 anni, di Favara;
 
8 anni di reclusione sono stati inflitti a Carmelo Cacciatore, 47 anni, di Agrigento e Francesco Caramazza, 38 anni, di Agrigento;
 
6 anni di carcere per Calogero Pirrera, 73 anni, di Favara e Liborio Parello, 41 anni, di Agrigento;
 
2 anni e 8 mesi di reclusione per Giuseppe Maurello, 42 anni, di Lucca Sicula e Antonino Perricone, 41 anni, di Villafranza Sicula. Questi sono stati assolti dall’accusa di estorsione (Antonino Perricone estorsione impresa Coci; Giuseppe Maurello tenmtata estorsione impresa Infrastrutture). Inoltre la Cassazione ha annullato il regime di custodia cautelare.
 
Assolto Giovanni Vinti, 42 anni, di Ribera (10 anni la richiesta del Pm).
 
L’inchiesta “Maginot” condotta dalla Squadra mobile di Agrigento, con il coordinamento della Dda di Palermo, ha consentito di individuare i “picciotti” e i “capi famiglia” al servizio di Falsone, che costoro avevano assunto nel periodo di latitanza del capomafia a Parigi.
 

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