Mafia: blitz a Palermo, 16 fermati. Nel regno del “Papa” comandava il nipote

PALERMO. Polizia e Carabinieri, su delega della Procura di Palermo, hanno fermato 16 persone accusate di associazione mafiosa ed estorsione aggravata del metodo mafioso nell’ambito di una operazione che chiude due anni di indagini sul mandamento mafioso di Brancaccio-Ciaculli. L’inchiesta ha svelato gli organigrammi delle famiglie mafiose di Roccella e di Brancaccio, individuato gli elementi di vertice dei clan e ricostruito 50 episodi estorsivi.

L’ultimo capomafia di Palermo ha un cognome che rievoca un passato drammatico: Giuseppe Greco, 63 anni, è il figlio di Salvatore il “senatore”, il nipote di Michele il “Papa” di Cosa nostra. Lui stesso ha vissuto i giorni ruggenti di Cosa nostra, nei primi anni Ottanta, quando la sua famiglia si schierò con i nuovi padroni della città, Salvatore Riina e Bernardo Provenzano. Giuseppe Greco detto il “senatore” come il padre, o anche il “minnone”, era stato già condannato al primo maxiprocesso, a 6 anni di carcere. Un titolo di merito nel curriculum d’onore dei mafiosi destinati a comandare.

Fino al gennaio di due anni fa, Giuseppe Greco era il vice del mandamento di Ciaculli, lo scettro del comando era andato a Leandro, nipote del “Papa”. Ma Leandro venne arrestato nell’indagine sulla riorganizzazione della Cupola mafiosa, e toccò presto al nuovo capo. I carabinieri hanno seguito in diretta i movimenti. Hanno registrato e filmato anche incontri con rappresentanti di altre famiglie mafiose.

I due cugini andavano a braccetto. Leandro e Giuseppe Greco si muovevano assieme nella stagione della riorganizzazione di Cosa Nostra. Quando il primo, appena ventottenne, è stato arrestato perché ha partecipato alla nuova cupola con il ruolo di capo mandamento di Ciaculli, il secondo, che di anni ne ha 63, ne avrebbe preso il posto. Giuseppe Greco è uno dei sedici fermati nel blitz dei carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale e degli agenti della squadra mobile.

Il territorio, emerge dagli accertamenti degli inquirenti, è fortemente condizionato dalla presenza di cosa nostra e gli imprenditori e i commercianti, prima di avviare le loro attività, sono soliti chiedere l’autorizzazione al referente mafioso della zona. Nessuna vittima del racket ha presentato denuncia alle forze dell’ordine .

L’ultimo capomafia di Palermo ha un cognome che rievoca un passato drammatico: Giuseppe Greco, 63 anni, è il figlio di Salvatore il “senatore”, il nipote di Michele il “Papa” di Cosa nostra. Lui stesso ha vissuto i giorni ruggenti di Cosa nostra, nei primi anni Ottanta, quando la sua famiglia si schierò con i nuovi padroni della città, Salvatore Riina e Bernardo Provenzano. Giuseppe Greco detto il “senatore” come il padre, o anche il “minnone”, era stato già condannato al primo maxiprocesso, a 6 anni di carcere. Un titolo di merito nel curriculum d’onore dei mafiosi destinati a comandare.

“Ha sempre gestito le terre di famiglia – ha raccontato l’ex capomafia di Belmonte Filippo Bisconti diventato collaboratore di giustizia dopo l’arresto, nel 2018 – a un certo punto ebbe un tracollo finanziario, non so perché. Mi propose di realizzare un cimitero privato per Palermo, facemmo alcuni incontri per discutere dell’affare”.