M5S: “SIAMO CONVINTI CHE IL COMUNE ABBIA LA CAPACITA’ DI GESTIRE IN PROPRIO IL SERVIZIO”
Riceviamo e volentieri pubblichiamo la nota del M5S che segue il nostro editoriale pubblichiamo ieri. “Prendiamo spunto dall’editoriale di Filippo Cardinale dal titolo “Poca acqua e tanta demagogia. Ma anche tanta confusione”, pubblicato sul CorrierediSciacca.it per fare opportuna chiarezza”, premette il M5S.
Considerata la valenza dell’argomento, ma anche il fatto che il M5S ha colto la sostanza del nostro editoriale, che rimane quella di creare un dibattito, riportiamo integralmente la nota.
Alcuni giorni addietro abbiamo proposto al Sindaco di “requisire i pozzi e le condutture alla Girgenti Acque”. Precisiamo che sappiamo benissimo che “i Comuni con la Girgenti Acque non hanno un rapporto contrattuale”, ma sappiamo altrettanto bene che il Comune di Sciacca è rimasto, per legge, proprietario delle reti idriche, dei pozzi e delle strutture presenti sul proprio territorio. Il Comune ne ha solamente affidato le sorti alla Girgenti Acque Spa, nel lontano 2007, sottoscrivendo apposito verbale col gestore. Il sindaco dunque, come già accaduto in altri Comuni d’Italia, può emettere, in virtù dell’art. 54 comma 4 del D.Lvo 267/2000 (Testo unico degli Enti Locali), apposita ordinanza di requisizione in uso per grave necessità pubblica ed urgenza al fine di garantire l’indispensabile approvvigionamento idrico alla città. E’ la stessa legge che prevede che il sindaco, quale ufficiale di Governo, possa adottare con atto motivato provvedimenti, (anche) contingenti e urgenti nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento, al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana. E di questo stiamo parlando, senza colpire “l’immaginario collettivo, o almeno in quello che assorbe senza fare un minimo di riflessione”. La gente è stufa, è stanca, di sentir parlare senza vedere agire.
Non abbiamo avanzato dunque “proposte inapplicabili” che tendono ad ”alzare le aspettative”. E non è nostra intenzione aizzare “i cittadini contro le istituzioni, immaginando che un sindaco tutto può, e se non lo fa alimenta sospetti”. Siamo vicini al sindaco e apprezziamo quanto sta facendo, tra mille sollecitazioni, incluse le nostre, giusto in questi giorni. Non abbiamo bisogno di alzare “la tensione con ingredienti che poi sfuggono dal controllo” perché basta girare tra la gente per rendersi conto che quel limite è stato già superato. Abbiamo finanche calmierato gli animi di chi voleva protestare vivamente e il “linciaggio”, che abbiamo sempre condannato, si è già rischiato più volte in questi anni, come reazione ai comportamenti di un gestore che procedeva all’emissione di fatture pazze, di distacchi idrici e fognari, di somministrazione di acqua non potabile ma fatta pagare come tale.
Alla domanda su “come immaginiamo “di dare copertura finanziaria alle eventuali ordinanze di requisizione della rete idrica e degli acquedotti” se “da domani il sindaco” ordinasse davvero “la requisizione degli impianti e da domani stesso dovesse essere il Comune a garantire il servizio e sostenere i costi”, rispondiamo con quanto è sotto gli occhi di tutti. La gestione di Girgenti Acque è la dimostrazione che anche un Comune, come quello di Sciacca, che non ha mai gestito il servizio idrico, può riuscire a farlo, basta soltanto dargli il tempo necessario per organizzarsi. Non siamo di fronte ad incapaci, anche perché Sciacca si sostituiva all’EAS nelle manutenzioni della rete idrica, gestiva integralmente le sorgenti e gran parte dei serbatoi comunali e, laddove necessario, può benissimo imparare dai vicini di casa di Menfi, copiando proprio come fanno i cinesi.
E’ giusto ricordare che la mancanza di acqua a Sciacca non è il frutto di una “iattura” o di “una serie” di tragici “accadimenti” ma il frutto di scelte aziendali, nonché politiche, consapevoli. Semmai il gestore tentasse di arrampicarsi sugli specchi della rete colabrodo saccense dovrebbe spiegarci come mai non ha proceduto ad investire denaro su quella rete, in questi dieci lunghi anni durante i quali abbiamo avuto la sfortuna di conoscerlo. La “mancanza di finanziamenti”, non solo per le colpe di una Regione ultima in Italia, è la rappresentazione di uno dei tanti inadempimenti di un gestore che poco o nulla ha fatto per farsi apprezzare dall’utenza, che ha potuto, con la complicità di chi doveva controllare e non lo ha fatto, gestire le risorse idriche non ottemperando agli obblighi descritti nella convezione. Tra quelli più gravi, potenziali oggetto di applicazione della clausola risolutiva espressa, vi era il funzionamento dei depuratori, e tra quelli quotidiani, vi è il ripristino a regola d’arte delle vie della città, a seguito delle continue manutenzioni. Non lamentiamoci, poi, se “non c’è una strada che non sia dissestata, spesso pericolosa per le profonde buche” se chi doveva rimetterle a posto non lo ha fatto.
Non sappiamo quanto “l’ATI (Assemblea Territoriale Idrica), su pressioni di alcuni sindaci”, stia realmente “percorrendo la via della risoluzione contrattuale con la Girgenti Acque” anche se ci auguriamo che dopo anni di chiacchiere si possa finalmente passare ai fatti. Non crediamo affatto che, se ci sarà la concreta volontà di mettere fine a questa annosa vicenda, il “percorso richiederà tanti anni”, proprio perché esiste una clausola risolutiva espressa nel contratto che attende d’essere applicata. E, se le promesse stavolta saranno mantenute, non prevediamo nessuna “lunga e tortuosa lite giudiziaria” che possa “costare tantissimo ai contribuenti”. I cittadini ne hanno subite talmente tante che la Girgenti Acque rischia finanche di pagare i danni se conteggiamo le penali da ambo le parti.
Siamo d’accordo che “demagogia è battersi per l’acqua pubblica e poi gridare allo scandalo se l’acqua di un Comune viene messa a disposizione di un altro Comune a secco perché privo di pozzi” perché, innanzitutto, noi del M5S abbiamo finanche scritto in una legge il principio di solidarietà tra Comuni che hanno l’acqua e tra quelli che non ne hanno. Ma non siamo fessi. Per cui se dovesse venir fuori che il gestore, anziché prendere l’acqua dai pozzi dove la paga più cara, avesse deciso di rifornirsi dai nostri, ben più lontani dai Comuni rimasti a secco, perché l’acqua non la paga e trova così il modo di ripianare parte dei suoi debiti verso i fornitori, ma arrecando disservizi ai nostri concittadini, noi ci incavoleremmo e anche di brutto.
Che gli organi preposti, nel frattempo, accertino la situazione e facciano chiarezza, fornendo le giuste risposte ai cittadini, tenuti sempre all’oscuro di tutto. Noi del M5S staremo sempre dalla parte di questi ultimi e dalla parte degli ultimi, e saremo “populisti” con grande onore, mentre accanto a noi si esibiranno in sfilate grottesche i novelli paladini dell’acqua pubblica che mai, in questi anni di battaglie, tra il referendum, le raccolte di firme, le manifestazioni e le conferenze varie, abbiamo visto spendersi o pronunciarsi. Speriamo che il tempo dei banchetti a base d’acqua stia finalmente per finire.
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Noi rimaniamo dell’idea che l’unico organismo di governo della gestione dell’acqua è l’ATI, l’unico interlocutore nei confronti della Girgenti Acque. Sarebbe opportuno che le forze politiche facessero pressione verso l’ATI, stimolando il presidente Lotà (sindaco di un Comune inadempiente, insieme ad altri 15, nei confronti del contratto stipulato tra ex ATO e Girgenti Acque) a comunicare al territorio tutte le iniziative che l’Assemblea Territoriale. Lo stesso sindaco Francesca Valenti ha rimesso all’ATI le iniziative da porre in essere nei confronti della Girgenti Acque, consapevole del ruolo unico che la medesima ATI ricopre.
Rimane, tuttavia, inevaso un nostro quesito: come fa a far fronte il Comune per trovare l’ingente quantità di denaro per gestire il servizio idrico all’indomani della requisizione dei pozzi e delle reti idriche? L’immediata realtà che fa seguito alla requisizione è saldamente legata ai soldi. Per fare un esempio: per energia elettrica c’è un costo di 1.000.000 di euro all’anno. E poi i costi della manutenzione, degli operai? Per emettere un’ordinanza di requisizione, il sindaco dovrebbe, contemporaneamente trovare copertura finanziaria nel bilancio, oppure ricorrere al debito fuori bilancio. E’ su questo argomento che attendiamo proposte concrete. Perchè, altrimenti, si corre il rischio di cadere nella demagogia. E nel frattempo, considerato che il gruppo parlamentare del M5S all’Ars è molto nutrito, sarebbe il caso che indagassero e si adoperassero per sbloccare i 20 milioni di euro di finanziamento per Sciacca, soldi destinati al potenziamento della rete idrica.
Noi abbiamo evidenziato, e continuiamo a farlo, che errate enunciazioni possono alimentare attese e poi delusioni, ma anche rabbie. Conseguenze che sfuggirebbero al controllo delle stesse forze politiche, di qualsiasi colore. Per quanto riguarda il lungo e tortuoso percorso giudiziario, non cambiamo idea. Se non altro per un motivo sostanziale. Prima l’ATO, poi l’ATI, sono artefici di un grosso inadempimento, quello di non aver consentito al gestore la cessione delle reti di tutti i 43 comuni agrigentini. Non è un’inadempienza da poco, e tale anomalia rientra tra le preoccupazioni espresse nel noto parere dell’avvocato Mazzarella, cui l’ATI si è rivolto.
Siamo, invece, convinti, che la strada da percorrere è quella di un intervento da parte della Regione, quella stessa realtà che ha partorito una riforma disastrosa.
Infine, ringraziamo il M5S per il tono costruttivo con cui ha colto il nostro editoriale, consapevoli che uno scambio di opinioni pacato è alla base della democrazia e del rispetto reciproco.
Filippo Cardinale