M5S ALL’ARS, PER ORA E’ TREGUA
I grillini all’Ars hanno chiuso la fase di smarrimento successiva alle dimissioni da leader di Luigi Di Maio, al risultato negativo alle ultime amministrative, le divergenze sul rapporto con il governo Musumeci e soprattutto il voto diviso all’emendamento che ha affossato l’esercizio provvisorio. Hanno voluto chiarirsi dopo frammentazioni, spaccature e voci di possibili fughe dalla barca che affoda, compresa quella che indicava Matteo Mangiacavallo prossimo a mollare tutto come altri dissidenti.
C’è stato un chiarimento, almeno questo dicono le info emerse da Radio Ars visto che questa volta, a differenza di quanto fanno ad ogni iniziativa, l’ufficio stampa M5S all’Ars non ha diffuso nessun comunicato stampa. La spaccatura c’era, forse non è stata del tutto sanata, ma almeno si va ad una sorta di tregua che al momento non determinerà ulteriori contrasti.
Nessuno ha vinto fra le due linee contrapposte, quella di una opposizione dura al governo Musumeci e quella di votare le leggi utili per i siciliani. Si è però deciso di adottare un metodo più collegiale e la condivisione delle scelte, che poi era lo strumento con cui il M5S si era presentato agli italiani. Sembrerebbe tornato il sereno, ma c’è chi giura che si tratta solo di una tregua a tempo e che prima o poi i contrasti si ripresenteranno e poi ognuno andrà per la propria strada.
Matteo Mangiacavallo sta con Sergio Tancredi, sottoposto a una specie di processo per il suo “eccesso di morbidezza” nei confronti di Musumeci. Il parlamentare saccense come altri è al secondo mandato e secondo il regolamento pentastellato dovrebbe chiudere la sua esperienza con questa legislatura. Ma chi gli sta vicino gli chiederà di non sprecare l’esperienza fatta: molti lo vorrebbero ancora in politica per utilizzare al meglio quelle caratteristiche che gli consentono di potere stare bene anche in aree moderate. Dall’altro lato gli integralisti della linea dura come Francesco Cappello.
Alla fine ha prevalso la consapevolezza che in questo momento le spaccature non convengono a nessuno, che bisogna evitare quello che alcuni definiscono un vero suicidio politico. In attesa del comunicato ufficiale. Ma ognuno dei parlamentari sta facendo le proprie riflessioni sul futuro, soprattutto quello personale, cominciando a verificare cosa fare da… grande.