” L’UMILIAZIONE DI SCONTARE LA PENA COME “UNA BESTIA”. LETTERA DI UN FAMILIARE DI UN DETENUTO NEL CARCERE DI SCIACCA
Ieri il Presidente della Repubblica ha fatto visita al carcere di San Vittore. Ha pronunciato parole dure sulle condizioni in cui versano tanti carceri italiani. Condizioni da essere sonoramente sanzionate dalla Comunità europea, dalla Commissione per i Diritti Umani.
Alla nostra redazione è arrivata una lettera scritta da una familiare di un detenuto di Sciacca. E’ una lettera che espone con dignità e sostanza le condizioni di vita quotidiana in un carcere, come quello di Sciacca, assai carente dal punto di vista logistico. La pubblichiamo integralmente.
Egregio Direttore Filippo Cardinale,
sono una lettrice del suo giornale e la scrivo perchè volevo raccontare la situazione della Casa Circondariale di Sciacca.Sono una testimone di quanto scriverò e quindi spero voglia capire il mio stato d’animo e anche capire che parlo a ragion veduta. Purtroppo, quello delle carceri, è un argomento di poca importanza e le spiego perchè:i detenuti sono coloro che sbagliano e devono pagare. Quindi non è necessario che abbiano l’acqua calda per fare una doccia, non è importante che l’acqua arrivi un giorno sì un giorno no e che siano costretti a riempire bidoni anche solo per lavarsi le mani. Non ha importanza se l’intonaco del soffitto cade sulle loro teste e soprattutto non importa a nessuno che siano costretti a vivere in tre metri quadri,tre persone,per ventidue ore al giorno.
Non è questa la punizione che meritano qualsiasi errore abbiano fatto, perchè sono esseri umani e nessuno merita di vivere in condizioni disumane. Tutti si sono battuti per evitare la chiusura del Tribunale di Sciacca perchè qui la criminalità è di casa, ma nessuno sa che quegli stessi criminali di cui parlano, sono rinchiusi in una struttura fatiscente; nessuno si batterà mai per i detenuti e per denunciare le condizioni in cui scontano la propria pena. E i detenuti purtroppo nella maggior parte dei casi stanno in silenzio perchè magari credono di meritare tutte le conseguenze del proprio errore o, semplicemente non parlano per non creare problemi a se stessi e a i familiari e scontare la pena in pace.
Io sono anche consapevole che fin quando una situazione del genere non si vive non si può comprendere fino in fondo, ma vi assicuro che quando si cade nella trappola del reato, e con questo non voglio giustificare nessuno, è una tragedia per il detenuto e per tutta la sua famiglia.
Ho deciso di scrivervi perchè il 2 febbraio su Raidue è stato trasmesso durante il programma Dossier uno speciale che parlava del sovraffollamento nelle Carceri. La Casa Circondariale di Sciacca ha aperto le porte alle telecamere. Guardando quel servizio, se ne avrete modo, lei può rendersi conto che il mio racconto è tutto vero. Spero lo trasmettano anche su Trs prima o poi.
Il mio rancore è nei confronti della Giustizia maltrattata. Nessuno la rispetta, nè i detenuti con i loro reati, nè la magistratura perchè non attua le misure alternative previste dalla legge; nel frattempo che un fascicolo, una richiesta lecita, un’istanza per lavorare, un’istanza per ottenere i domiciliari dovuti secondo la legge vigente passa da un piano all’altro di qualsiasi ufficio trascorrono mesi.
Mesi che per i detenuti valgono almeno il doppio. Nessuno si rende conto che su quei fogli vivono la speranza, l’angoscia, l’attesa, la paura ,la mancanza delle persone che si amano e tutto quello che significa pagare il proprio sbaglio.
Lo ripeto: non voglio giustificare nessuno ,la legge deve essere rispettata, e chi non lo fa deve essere punito. Voglio solo evidenziare le condizioni in cui versano i detenuti e i loro familiari con la speranza che un giorno l’umiliazione di scontare la pena come “una bestia”, non esista più. La ringrazio per l’attenzione.