“L’ultimo ricordo”, il libro di Daniela Tornatore tra dramma e amore presentato ieri a Castelvetrano (fotogallery)

CASTELVETRANO- L’amore è un sentimento incancellabile. Ma anche raro. E’ rarità quando si ha il dono di viverlo. Lo diventa ancora più raro quando la società, come quella attuale, si lascia dominare dall’effimero, dall’apparenza, dal laccio mortale del virtuale. L’amore riesce a superare i confini del terreno ed espandersi nello spazio infinito dell’Universo. Esso, così, diventa eterno.

Ieri pomeriggio, nel teatro di San Giovanni, a Castelvetrano, il sentimento dell’amore si è colto nella sua vera espressione. Ma anche il dolore della malattia. Un binomio che sembra in antitesi, ma non lo è nel momento in cui esso gira attorno all’asse dell’amore. Dell’amore incondizionato, dell’amore che non segue la contabilità a partita doppia.

L’occasione è stata la presentazione del libro di Daniela Tornatore, edito da Leima, “L’ultimo Ricordo”. Un viaggio che prende pienamente il lettore togliendo il respiro, poiché leggere il libro è come essere attratti da una potente calamita.

Eppure, nel libro si affronta la sofferenza della malattia Alzheimer. Una malattia che cancella i ricordi, le conoscenze, i volti anche dei più cari. Una malattia che porta alla solitudine; certamente non per carenza di affetto da parte dei famigliari. No. La cancellazione dei ricordi porta alla autosolitudine. Una malattia che cancella la memoria, i ricordi, i volti, le cose, gli affetti.

Daniela Tornatore ha affrontato la drammatica realtà della malattia non dal punto di vista scientifico. Non è suo compito. Lo è, invece, quello di raccontare questo mondo particolare, spesso tragico, violento anche. Nel libro “L’ultimo ricordo”, Daniela Tornatore miscela la malattia all’amore vissuto tra Paolo e Anna. Un amore difficile, tortuoso. Ma Anna ama, come ama Paolo. Me di diverso c’è l’intensità, la capacità di accettare un sentimento che appare a corrente alternata.

Daniela Tornatore ha dialogato con la giornalista Jana Cardinale, mentre a moderare la conversazione è stata Bia Cusumano, instancabile donna dalle mille risorse. Tra queste, il dono della scrittura, della poesia, dell’amore per la bellezza, dell’insegnamento. L’iniziativa è stata della Palmosa Fest, una realtà culturale di spessore che si contraddistingue per il format degli eventi.

Non solo dialogo ma anche le splendide voci dei tenori Maurizio Indelicato e Gianni Raineri, del soprano Enza Ianna. Magistrale la lettura di alcuni passi del libro con l’interpretazione dell’attrice Sonia Giambalvo accompagnata dal Maestro Franco Giacomarro.

Certi libri non si leggono. Si bevono, si masticano, si divorano, evidenzia Bia Cusumano. Il lettore ne viene catturato e rapito. Un dolce sequestro d’anima. Il modo in cui la scrittrice che è anche una bravissima giornalista, narra l’amore, non è semplicemente prosa. Vi si annida la percezione di chi certe cose le ha dovute vivere profondamente per poterle scrivere così. Certi passi del testo sono poesia in prosa. Questo amore così tenace come edera e così infelice che è appartenenza esclusiva per Anna e allo stesso tempo rimpianto di felicità per Paolo non è altro che un inno all’amore che resta. L’amore che resta sotto pelle, rimarca Bia Cusumano.

E se neanche l’Alzheimer può sradicarlo, allora l’amore può vincere anche su una orribile patologia che corrode la memoria, liquefà i pezzi della vita, conduce inesorabilmente all’incoscienza, alla inconsapevolezza e poi lentamente alla morte. E’ Anna la protagonista a cui Daniela affida con una delicatezza struggente e disarmante questo messaggio. Anna, una donna che ama troppo, senza misure, una con il baricentro sbilanciato sempre avanti, una che non si accontenta. Una donna tenace, forte, intensa. Una donna che non puoi scordare per tutto l’amore che sa darti, perché sa correre da te sempre, p erché nonostante le ferite, i rinnegamenti e le mancanze sa perdonarti. Una donna che ti resta sotto pelle anche se poi non riesci a sceglierla e a tenertela accanto, aggiunge Bia Cusumano.

Ma i suoi baci restano i suoi baci, i suoi occhi restano i suoi occhi, il suo odore riusciamo a sentirlo perfino noi lettori. La sua forza, la sua caparbietà in questo sentimento ci seduce. Anna non si arrende fino alla fine e quando sembra che si sia arresa a lasciare andare Paolo che non sa sceglierla tutta, perché la sceglie sempre a metà, che non sa amarla con le viscere, la pancia, perché la ama a modo suo ma mai in maniera esclusiva, Anna in fondo non si arrende lo stesso. Una finta resa. Anna custodisce i segreti di quell’amore nella memoria, apparentemente in una scatola, in un reliquario sacro, un tempio suo, in cui continua ad esistere per lei solo Paolo. Paolo che ha sposato un’altra donna, ha fatto carriera, ha messo al mondo un figlio ma non è mai stato felice. Paolo che non è mai riuscito a dimenticare l’intensità dei suoi incontri clandestini con Anna. Quella passione travolgente, quelle pause lunghe mesi e poi anni, quelle scelte giuste o sbagliate che lo hanno portato via da quella donna che lui definisce “sua”, scrive Bia Cusumano in una sua recensione.

Non vogliamo scrivere altro. Toglieremmo la sete di leggere il libro di Daniela Tornatore. Magistrale l’intervento del critico d’arte, Roberta Tosi parlando dell’arte in genere, mentre i suoi occhi sono presi dalla pittura estemporanea del maestro Aurelio Sarzana che col suoi pennello dipinge la sintesi del libro della Tornatore. “L’arte trova la sua ispirazione nel tempo”. Nulla si improvvisa nel percorso di un artista. Nulla è del momento. Ciò che è in lui è stato fecondato nel tempo, come il contadino getta il seme nel suo terreno per vederlo frutto nel tempo, non nell’immediato.

Filippo Cardinale