Lotti Asi a Santa Maria, “ok il prezzo è giusto”, ma è “un’area talebana: mancano i servizi”
SCIACCA. Sulla lunga e tormentata (mai a Sciacca una vicenda è scevra di complicazioni, ostacoli e difficoltà) vicenda sulla lottizzazione di contrada Santa Maria secondpo il Piano Asi, interviene il circolo di San Michele-Marina di Fratelli d’Italia con una nota contenente oggettive considerazioni.
Il Circolo di Fratelli d’Italia condivide “la scelta di incentivare le aziende del nostro territorio a poter acquistare lotti nell’area industriale di Santa Maria al prezzo di € 20 per ogni mq così (come da Verbale di Delibera di Giunta n°160 del 31/08/2021) il quale prezzo risulta essere di gran lunga inferiore al prezzo di acquisto avvenuto con l’esproprio; siamo consapevoli che una scelta politica a volte comporta dei sacrifici soprattutto se il “Business Plan ” dimostra un vantaggio per il territorio in termini di sviluppo economico ed occupazione”.
Tuttavia, il sodalizio politico di recente costituzione evidenzia come “anche questi lotti sono interessati da incertezze, perché da tempo non è più vigente il piano particolareggiato ASI (Area Sviluppo Industriale) il quale è stato rimpiazzato dalle nuove norme generali del PRG o PUC di Sciacca, che consente l’edificazione solo tramite piano esecutivo PIP (Piano Insediamenti Produttivi) redatto secondo comparti di settore”.
In buona sostanza, nella zona industriale di Santa Maria di Sciacca oggi non sono pianificate le aree per l’industria ittico conserviera o per la lavorazione dei prodotti agroalimentari, né la zona per gli artigiani distinti per tipologia di lavorazione, così come non è presente la regolamentazione delle aree per lo stoccaggio e trattamento dei rifiuti.
Il tutto comporta che anche la disciplina della viabilità all’interno della zona industriale non è più programmata e l’attuale viabilità derivante dall’ex Piano ASI continua ad essere abbandonata a se stessa sprovvista del manto stradale e dell’impianto di illuminazione.
Ma manca anche l’assenza della fibra ottica, grave carenza per le aziende e il corretto funzionamento dei sistemi di videosorveglianza o controllo in remoto delle celle frigorifere o dei macchinari; anche la telefonia mobile non garantisce la copertura 3G nella zona.
Insomma, “insomma l’area industriale di Sciacca è da rinominare come “Area talebana”. Dunque, per il circolo Fratelli d’Italia è facile comprendere “il perché gli operatori economici non avanzano offerte sui lotti comunali, e certifica che la causa dei lotti invenduti non è il prezzo di vendita ma è causato anche dai parametri urbanistici vigenti sin dall’adozione del neo PRG che ne limitano l’edificazione”.
In conclusione, per Fratelli d’Italia introdurre nel capitolo di entrata del Bilancio di Previsione la futura vendita di tali lotti a copertura delle uscite da sostenere “è sconsigliato ed inopportuno se non prima non si eseguono tutte le verifiche del caso per rendere il capitolo di spesa reale e non virtuale; è necessario rendere i lotti commerciabili ed appetibili al mercato tramite l’attuazione di uno stralcio Pip funzionale visto che gli stessi sono già dotati di opere di urbanizzazione”.
“Tutto ciò a garanzia dell’investitore che avrà la possibilità di edificare il lotto acquistato solo dopo 60 giorni dalla richiesta del permesso di costruire come per legge”, conclude Fratelli d’Italia.