L’NCD PUNTA I PIEDI, MARINELLO ANCHE. FORZA ITALIA LANCIA L’ULTIMATUM.LE LISTE CIVICHE GUARDANO.
Editoriale di Filippo Cardinale
Una crisi che parte da lontano, dallo scorso inverno. Poi attraversa la primavera ed esplode in estate. E’ questo il cammino di una crisi della maggioranza che si immaginava conclusa mesi fa attraverso una verifica che doveva essere lampo e che, invece, tale non è stata. Una crisi che man mano appare sempre più complessa e che all’interno della quale nasconde diverse sfaccettature.
Il maggiore alleato della coalizione, l’Ncd, ha puntato i piedi. Il gruppo consiliare del partito di Angelino Alfano, si è riunito ieri dopo pranzo, per ribadire una linea che non prevede smagliature: il sindaco venga a comunicarci il nome del nuovo assessore direttamente in Consiglio comunale.
L’Ncd questo manda a dire il gruppo consiliare al sindaco e non certo per la voglia della sorpresa. Anzi, se sorpresa ci sarà, questa potrebbe avvenire in aula consiliare stessa al momento della comunicazione da parte del sindaco con il colpo di scena che la new entry venga impallinata ancor prima di spiccar il volo. Lo stesso senatore Marinello ha preso le distanze dall’idea maturata dal sindaco, quella di nominare un assessore “tecnico”. Marinello avrebbe detto chiaramente al sindaco, senza usare il politichese, di assumersi le sue responsabilità, con conseguenze annesse.
E risuonano quelle parole rivolte al sindaco, nell’ultima seduta consiliare, dal consigliere comunale Salvatore Alonge: “Sindaco, lei faccia la sua scelta. Noi ne prenderemo atto”. Adesso appare più chiaro, ma era già chiaro quella sera stessa. Se il sindaco vuole proseguire il suo cammino nella scelta del nuovo assessore senza coinvolgere la maggioranza, faccia pure. Ma poi se ne assuma le conseguenze.
Se da un lato vi è la determinazione dell’Ncd, dall’altro cresce pure quella di Forza Italia. Il partito di Berlusconi si è riunito ieri e ha stabilito una linea. Azzeramento e rafforzamento della giunta. La pari dignità è al centro della discussione. E se così Di Paola non farà, allora vi sarà il ritiro dell’assessore dalla giunta. Patto per il Sud-Sciacca Terme, con i due consiglieri comunali Ambrogio e Monteleone, è esplicito: o pari dignità o noi siamo fuori.
Restano in silenzio le altre parti “civiche” che compongono l’alleanza. Da loro non proviene nessun segnale, e del resto non può provenire. La loro posizione è certamente ottimale e cambiarla non conviene. In tutto questo, emerge la solitudine del primo cittadino. Abbiamo scritto tanti editoriali, in tempi in cui ancora era possibile correggere la rotta.
Non è facile per Fabrizio Di Paola dipanare la matassa. Il bandolo deve passare necessariamente attraverso un azzeramento. Bandolo che nella mente del sindaco non c’è. Si dice che il sindaco è sereno. A volte la serenità è il desiderio da raggiungere per porre fine ad una evoluzione dei fatti che rende impraticabile il percorso che si intendeva fare. Del resto, non c’è nulla di più importante nella vita che la propria salute. Al massimo, tutti a casa e si ritorna a votare, almeno che non emerga quel Fabrizio Di Paola conosciuto e apprezzato quando era presidente del Consiglio comunale, o quando era il leader dell’oppposizione.