L’ira funesta dei grillini siciliani, Di Caro: “Il governo Draghi non ci ispira, spero che i nostri non gli accordino la fiducia”

PALERMO. Sempre più frastornato e spaccato il Movimento 5 Stelle. E la fronda parte dalla Sicilia, terra nella quale i grillini hanno fatto il pieno elettorale nei collegi uninominali.  “Disattesi ciò che era stato postulato su Rousseau e le aspettative di Mattarella per un governo di alto profilo: l’esecutivo Draghi non ci ispira la minima fiducia, spero vivamente che non gliela votino i nostri colleghi a Roma”. A parlare è il capogruppo de M5S all’Ars, Giovanni Di Caro.

“Con l’assegnazione alla Lega del ministero dello Sviluppo economico – dice Di Caro –  il Ministero della Transizione ecologica decantato su Rousseau, che ha convinto parecchi iscritti al Movimento a votare si, si può considerare morto in culla”.

Per quanto riguarda la lista dei ministri, Di Caro è esplicito: “Dico che sono profondamente deluso solo per usare un eufemismo. Ci sono aggettivi nettamente più calzanti, ma che preferisco non usare per educazione. Non credo proprio, poi, che quando Mattarella auspicava ministri d’alto profilo immaginasse un esecutivo del genere, che, tra l’altro, si candida a far diventare voragine il solco, già profondissimo, esistente tra Nord e Sud”.

Per Di Caro, “l’avere completamente escluso la Sicilia dalla lista dei ministri è un fatto imperdonabile che non può essere compensato da eventuali nomine di viceministri e sottosegretari. Si è passati da un governo a trazione centro-meridionale ad uno spiccatamente sbilanciato verso il Nord, e il fatto che questo avvenga ora che ci sono i soldi del recovery fund da spendere non ci lascia per nulla tranquilli”.

“La partita per la composizione dell’esecutivo – conclude Di Caro – andava giocata in tutt’altro modo, coinvolgendo anche i nostri parlamentari alla prima legislatura, che sono stati tagliati fuori da tutto. A Conte va il nostro ringraziamento e la nostra riconoscenza per quello che ha fatto durante la sua permanenza a Palazzo Chigi e per non aver accettato poltrone in questo esecutivo. Per noi resta un serio interlocutore”.