SCIACCA- Esiste un sindaco di una città importante come Sciacca che da mesi attende la risposta di un assessore circa il suo prosieguo? Si, a Sciacca. Il sindaco Fabio Termine attende, da prima dell’estate, la risposta del suo assessore a distanza Antonino Certa (Pd), il quale a sua volta attende la risposta del suo datore di lavoro, l’Agenzia delle Entrate, presso il quale ha vinto un concorso pubblico. Certa ha chiesto un trasferimento in Sicilia, possibilmente in una sede prossima a Sciacca. E’ passato tempo, ma la risposta non arriva. Doveva dare una risposta al sindaco entro il 31 ottobre. Ma siamo già a novembre e tutto tace. Riteniamo, per una questione oggettiva collegata alle condizioni contrattuali lavorative, che tale trasferimento rimanga in perenne attesa. Dunque, il sindaco Termine si trova imbottigliato in un traffico di incertezze. Incertezza che riguarda anche il Pd poichè Certa è espressione del partito che fa capo al deputato Michele Catanzaro. E all’interno del partito c’è una regola ferrea che prevede lo scorrimento, cioè se un consigliere del Pd è chiamato in giunta, deve dimettersi dall’aula Falcone-Borsellino. Intanto, la questione Certa tiene alzato il fremo a mano del sindaco, costretto a governare con un assessore a distanza. Una città come Sciacca si governa full time e di presenza.
Nel frattempo, emerge la questione dell’assessore Salvatore Mannino. Il suo nome parrebbe nella lista delle partenze. Al suo posto dovrebbe fare ingresso il consigliere eletto nel Movimento 5 Stelle, Alessandro Curreri, il quale scalpita per la poltrona di assessore. Tale opportunità permetterebbe a Curreri di chiedere l’aspettativa e fruire dell’indennità di assessore con servizio full time. Dunque, una possibilità di “giungere” a Sciacca. Il panorama politico, in verità, offre una realtà molto più complessa. Fabio Termine ha perso tre consiglieri del suo gruppo. Non ha più un gruppo consiliare e la Campione deve iscriversi a quello misto. Il Pd, invece, si rafforza con l’adesione dell’ex mizzichino Gabriele Modica. Il deputato regionale, nonchè capogruppo Pd all’Ars, ha detto chiaramente che è necessario effettuare “un tagliando” politico. Lo stesso deputato ha rappresentato una mancanza di sinergia tra le forze politiche della coalizione. In parole parere, e fuori del politichese, Catanzaro critica una guida monopolistica da parte del sindaco della macchina amministrativa. Tra non molto ci sarà una ulteriore rivisitazione della giunta. Ci convince poco, anzi ci dispiace pure, se Mannino venisse sostituito. E pensare che è stato lo stesso sindaco a volerlo in giunta, senza etichettatura politica. Il “nuovo” sembra già vecchio assumendo tutti i profili contestati in campagna elettorale e rivolti alle facce politiche che da anni calpestano il palcoscenico della politica
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