LIDI BALNEARI, NIENTE PROROGA AUTOMATICA FINO AL 2020. IL NO DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA. LA SICILIA DEVE ADEGUARSI
La proroga automatica delle concessioni demaniali è illegittima. E le autorizzazioni concesse andranno messe a bando. Una decisione della Corte di giustizia europea, infatti, ha precisato che “il diritto dell’Unione osta a che le concessioni per l’esercizio delle attività turistico-ricreative nelle aree demaniali marittime e lacustri siano prorogate in modo automatico in assenza di qualsiasi procedura di selezione dei potenziali candidati”.
L’Europa ha dunque bocciato l’Italia che attraverso una propria norma ha deciso la proroga automatica delle concessioni in scadenza. Una norma sulla quale si è basato anche il governo Crocetta per garantire ai gestori di lidi e locali sul demanio marittimo una autorizzazione fino al 2020.
Una circolare, quella della Regione, che adesso dovrà essere “rivista” alla luce della decisione del tribunale europeo.
“Certamente – conferma l’assessore regionale al Territorio e Ambiente Maurizio Croce – dovremo rivedere le norme dopo questa pronuncia”.
Cosa succede per i gestori? “Nell’immediato – spiega Croce – accadrà poco o nulla. Ma chiaramente tutto cambierà nel momento in cui le concessioni giungeranno a naturale scadenza”.
Per la quasi totalità di queste autorizzazioni, la scadenza coincide con la fine del 2016. La norma censurata dall’Europa stabiliva, a quel termine, la proroga automatica. Che non potrà più avvenire. Insomma, il 31 dicembre del 2016 quasi tutte le concessioni scadranno. E a quel punto bisognerà rimettere tutto in gioco, attraverso dei bandi pubblici.
“Un fatto – spiega Croce su Live Sicilia– che crea ovviamente qualche problema. Se, infatti – aggiunge – la nuova pronuncia dell’Unione ha un impatto relativo su piccoli insediamenti, piccoli lidi, altra cosa sono le conseguenze su grandi stabilimenti e su strutture che hanno comportato investimenti milionari. È chiaro quindi che la nuova norma nazionale dovrà tenere conto anche dell’esistente”.
La normativa nazionale, fatta propria anche dalla Regione Sicilia, prevedeva una proroga automatica e generalizzata della data di scadenza delle concessioni rilasciate, anche senza previa procedura di selezione, per lo sfruttamento turistico di beni demaniali marittimi e lacustri (spiagge in particolare).
Nonostante questa legge, tuttavia, ad alcuni operatori privati del settore turistico è stata negata la proroga delle concessioni. Di qui il ricorso contro questi provvedimenti di diniego. Per risolvere la questione i giudici italiani si sono quindi rivolti alla Corte di Giustizia. Che oggi ha deciso: “No alle proroghe automatiche. Il diritto di sfruttamento turistico di spiagge e beni demaniali dovrà passare da bandi pubblici”.