LICATA, SPESI 5 MLN DI EURO MA L’AEROPORTO “NON S’HA DA FARE”

Di Silvio D’Auria

Nessuna variante al Piano Regolatore Generale per la realizzazione dell’aeroporto a Piano Romano, il Consiglio Comunale di Licata, infatti, ha dato parere negativo. Con una e.mail ho ricevuto una nota stampa dal “Distretto Turistico Regionale – Valle dei Templi”, diffusa nelle ore successive agli organi di redazione, che testualmente con polemica spiega: -“Il comportamento del Comune di Licata è stato assolutamente non lungimirante e la bocciatura della variante al PRG certamente, come lei sicuramente saprà, blocca l’ipotesi di costruzione dell’aeroporto ma soprattutto blocca uno degli strumenti che potenzialmente agevola ed accelera lo sviluppo economico dell’intera provincia e probabilmente parte della Sicilia centro-meridionale. Se poi riflettiamo sui numeri diffusi ieri dal Ministro del Turismo Bray, che ha evidenziato come in Italia il Turismo vale 161 mld occupando 2,7 milioni di persone e rappresenta circa l’11% del PIL, diventa veramente assurdo miope e delittuoso continuare a dire no e chissà per quali motivi ad una infrastruttura di tale portata che poteva rappresentare un tassello per la chiave di volta di un’intera area. Tutto ciò diventa ancora più incomprensibile in un territorio come il nostro completamente isolato e lontano dalle porte di accesso regionali. Nel nostro caso potere contare su un accesso aeroportuale poteva rappresentare certamente una grandissima opportunità di sviluppo per un’area che può puntare esclusivamente sul Turismo e sulla agricoltura di eccellenza”.

La nota è seguita da una breve dichiarazione, non meno polemica della precedente e risoluta nella parole, di Gaetano Pendolino Amministratore di ” Piano del Distretto”: -“Nell’intento di tutelare gli interessi di pochi il Consiglio Comunale di Licata ha votato tarpando le ali all’intera provincia di Agrigento. Cancellare dalla piantina della Sicilia l’ipotesi di costruzione di uno scalo aeroportuale è stato un atto di cecità politica. Uno di quegli atti di autolesionismo dei quali solo in questa terra sembriamo essere capaci”. Il sogno degli agrigentini, quindi, sembrerebbe non “decollare”.

L’aeroporto a Licata rimane, oggi, solo progetto costato finora ben 5 milioni di euro(!), che non sono pochi se si pensa che l’opera rischia di rimanere sulla carta, sepolta tra la polvere degli archivi delle tante e demagogiche buone intenzioni. Un no che ha tutte le caratteristiche di una arrogante negazione. Quasi fosse un dispetto ad un territorio che a fatica arranca tra la devota e commossa accoglienza di questi giorni, nei propri Cimiteri, delle salme dei migrati, vittime inghiottite dalle acque del Mediterraneo nella traversata verso gli scogli di Lampedusa e la speranza, nutrita con ben altri sentimenti, della turistica accoglienza non più modi e fuggi ma di permanenza e non legata a necessariamente alla stagione estiva, a beneficio delle iniziative private di settore, indotto incluso.

I buoni motivi che il turista scelga la Sicilia centro-meridionale ci sono e sono noti ma l’assenza di agevoli infrastrutture nel territorio lo tengono lontano, la mancanza di un aeroporto ancora di più. L’associazione “Punto esclamativo” grida allo scandalo: – ”La mancata approvazione della variante allo strumento urbanistico con la conseguente rinuncia alla costruzione dell’aeroporto è uno scandalo, un atto di scellerataggine politica non a danno di chi questa battaglia l’ha sempre portata avanti da sempre con coerenza e coraggio, ma della propria città che è l’unica in Italia a non volere l’aeroporto”.

Mentre l’ex Presidente della Provincia Eugenio D’Orsi rincara la dose e aggiunge: – “E’ una vergona, una vera occasione perduta ma io non demordo, il parere del Consiglio non è vincolante e vedremo se l’Assessore regionale al Territorio e ambiente, all’epoca presente alla marcia per l’aeroporto insieme ai deputati del Pd, vorrà darmi l’appoggio necessario coinvolgendo anche il Presidente della Regione Crocetta”. Polemiche a parte, una comparazione seppur teorica tra le province (e territori) con e senza scalo aeroportuale, che tenga conto opportunamente dei fattori ambientali, economici e sociali necessariamente coinvolti e intrecciati, basata su stime nell’orbita del rapporto costi-benefici, non è difficile farla. Non è un caso che la Camera di Commercio di Ragusa rileva un sensibile aumento del volume d’affari a beneficio propri iscritti a pochi mesi dall’apertura dell’aeroporto di Comiso.

E i Consiglieri Comunali di Licata lo sanno bene, ma per la realizzazione dello scalo, a 3 chilometri dalla città e a un tiro di schioppo dalle località balneari di “Torre di Gaffe” e “Pisciotto”, la “posta in gioco” è alta. Un aeroporto, dunque, che “non s’ha da fare” ma che è costato 5 milioni di euro in carte bollate, progetti e consulenze tecniche che da oggi rischiano di giacere sepolti per sempre nella polvere di qualche sperduto e anonimo archivio. Ma evidentemente non sono bastati. Il “decollo” dei residenti, dell’economia e dell’immagine del territorio può attendere…

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