LICATA- PROSTITUZIONE DI RUMENE MAGGIORENNI E MONORENNI: RETATA DEI CARABINIERI. 14 ARRESTATI, SEQUESTRATO UN NIGHT

Alle prime ore dell’alba i militari della Compagnia Carabinieri di Licata hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP presso il Tribunale di Agrigento, nei confronti di 14 soggetti, a vario titolo ritenuti responsabili di:

– Associazione allo scopo di commettere più delitti di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di ragazze sia maggiorenni che minorenni di nazionalità rumena;

– Realizzazione di esibizioni pornografiche di ragazze minori di anni 18 e induzione alla partecipazione di esibizioni pornografiche delle medesime ragazze;

– Induzione, in concorso tra di loro, alla prostituzione, nonché favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di un numero indeterminato di ragazze maggiorenni e minorenni di nazionalità rumena;

– Aver cagionato l’interruzione volontaria della gravidanza di una ragazza rumena, fuori dalle norme di legge;-

– Riduzione e mantenimento in schiavitù e servitù delle cittadine rumene sia maggiorenni che minorenni.

Il GIP, valutando positivamente quanto prospettato dalla Procura della Repubblica di Agrigento, ha accolto le richieste disponendo le seguenti misure cautelari:

· 8 Ordinanze di Custodia Cautelare in Carcere; 6 Ordinanze di Custodia Cautelare agli Arresti domiciliari; · Il sequestro preventivo di un “night club” sito in Licata, per la cui esecuzione è stata delegata la Compagnia Carabinieri di Licata (AG) che, tramite la propria Aliquota Operativa, ha condotto le indagini.

Quando la notte scorsa i carabinieri diretti dal capitano Massimo Amato hanno fatto irruzione all’interno del locale, oltre al personale c’erano cinque clienti e quattro ragazze romene. Tra arredi e tappezzerie di qualità e luci soffuse, il “Paradise Club” di Piano delle Palme a Licata, era frequentato da insospettabili professionisti, ma anche impiegati ed operai di ogni eta’.

A loro disposizione oltre agli alcolici e alla musica, belle e giovani romene, che secondo gli investigatori intrattenevano gli avventori del locale, e dopo avere pattuito la prestazione, si prostituivano. Circa 1000 euro al giorno il guadagno per l’organizzazione. La parte che rimaneva alle squillo si aggirava tra i 100 e i 150 euro. L’operazione “Lenone2 “, è la continuazione del blitz “Lenone” che il 9 dicembre del 2009 portò in carcere quattro licatesi e quattro romeni.

In questo filone quattordici le persone, 11 uomini e 3 donne, raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare, 8 in carcere e 6 agli arresti domiciliari, emessa dal Gip del Tribunale di Agrigento, Alberto Davico, su richiesta del sostituto procuratore Andrea Bianchi, dell’aggiunto Ignazio Fonzo e del procuratore capo Renato Di Natale.

Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere; induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione anche minorile. Secondo l’accusa, l’organizzazione gestiva un vero racket della prostituzione e due ragazze rimaste incinte sarebbero state obbligate ad abortire, utilizzando acqua calda e candeggina per distruggere il feto.

Tra i fermati Giuseppe Grillo, 55 anni, di Licata, titolare del Paradise Club; che si definiva il padrone delle ragazza da avviare alla prostituzione, Carmelo Cani, 24 anni, proprietario di un pub a Palma di Montechiaro; Salvatore Fiandaca, 43 anni, di Riesi, dipendente delle Ferrovie dello Stato, e Pietro Bonetta, 44 anni, impiegato comunale a Campobello di Licata. Le prestazioni sessuali venivano consumate in abitazioni in uso agli arrestati, e all’interno di una villa immersa nel verde delle campagne campobellesi. Le ragazze venivano reclutate in Romania dalle tre donne del gruppo che sceglievano sempre giovani sotto i vent’anni, e provenienti da famiglie povere.

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