Licata, arresti per spaccio di droga. Ragazzini usati come vedette, le donne preparavano le dosi e smerciavano
LICATA. Avevano creato una vera e propria piazza di spaccio, a Licata. A finire nella rete dei Carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Licata un’intera famiglia licatese residente in una zona di case popolari. L’operazione della scorsa notte ha visto impegnati trenta militari dell’Arma che hanno eseguito quattro misure cautelari disposte dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica di Agrigento ed effettuato numerose perquisizioni.
L’indagine, sviluppatasi attraverso attività investigative tecniche e con pedinamenti, ha permesso di cristallizzare numerosi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti (hashish, marijuana e cocaina) e soprattutto un continuo via vai di acquirenti e consumatori, protetti da numerose “vedette” molto spesso minorenni.
Alcuni minorenni, con il ruolo di “vedette”, avevano il compito di tener d’occhio la via Torquato Tasso, nella zona delle case popolari di Licata, e di avvisare qualora s’avvicinassero gli “sbirri”. Due donne – per loro il gip del tribunale di Agrigento ha disposto la misura cautelare dell’obbligo di dimora – si occupavano invece di preparare le dosi, consegnandole a chi si occupava dello smercio su strada.
Chi cedeva cocaina, hashish e marijuana non si aggirava con molta “roba” in tasca, ma con pochissimi grammi perché se fossero incappati nei controlli delle forze dell’ordine non avrebbero potuto che essere segnalati, alla Prefettura, quali consumatori abituali di stupefacenti. L’inchiesta – portata avanti, fra il 2019 e il 2020, dai carabinieri del nucleo Operativo e radiomobile della compagnia di Licata – ha permesso di portare alla luce un giro di spaccio a conduzione familiare.
“E’ stata accertata un’attività di spaccio quasi continua e si smerciava cocaina, hashish e marijuana – ha spiegato, durante la conferenza stampa svolta alla caserma ‘Biagio Pistone’ che è la sede del comando provinciale dell’Arma, il capitano Francesco Lucarelli – . L’origine di quest’inchiesta nasce da una aggressione, da una mega rissa durante la quale un licatese fu tempestato dal lancio di oggetti sul suo balcone. Calmata la rissa, all’esterno di un’abitazione fu trovato un quantitativo di marijuana e partendo da questo spunto investigativo è stato dato il via alle indagini che hanno portato alle misure odierne. Gli arrestati di oggi – ha proseguito il capitano Lucarelli, che è il comandante della compagnia di Licata, – sono gli stessi che sono stati interessati dall’inchiesta sulle torture ai disabili”.
Due indagati – Antonio Casaccio di 26 anni e Jason Lauria – sono stati destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Casaccio è però in carcere proprio per l’inchiesta dei disabili torturati e dei video diffusi sui social.
“Tra gli acquirenti, fra i quali molti ragazzi, anche sedicenni e diciassettenni, abbiamo rilevato anche un maestro di scuola elementare – ha spiegato il tenente Carmelo Caccetta, comandante del nucleo Operativo e radiomobile della compagnia di Licata, – . Un maestro che andava a comprare nella zona di via Torquato Tasso della droga”.