LIBRI, KILLER DI MAFIA FINALISTA A PREMIO “LEONARDO SCIASCIA”.MONTA LA PROTESTA
Un killer di mafia scrive, insieme a un giornalista, un libro sulla sua carriera criminale che entra tra i finalisti di un premio letterario intitolato a Leonardo Sciascia e un componente della giuria si dimette per protesta. E’ accaduto al Premio Racalmare-Leonardo Sciascia, il cui vincitore sarà designato domenica sera nella piazza di Grotte, un paese dell’agrigentino confinante con Racalmuto, da una giuria popolare di lettori. L’opera “incriminata” si intitola ‘Malerba’ (Mondadori), un’ autobiografia scritta da Giuseppe Grassonelli, mafioso di Porto Empedocle (paese natale di un altro noto scrittore siciliano, Andrea Camilleri) condannato all’ergastolo per diversi omicidi, insieme al giornalista del Tg5 Carmelo Sardo. La decisione della giuria, presieduta dal giornalista e scrittore Gaetano Savatteri, di inserire l’opera tra i tre finalisti del Premio – per la cronaca gli altri due sono Caterina Chinnici con “E’ così lieve il tuo bacio sulla fronte” (Bairon) e Salvatore Falzone con il giallo “Piccola Atene” (Mondadori) – ha però suscitato l’immediata reazione di Gaspare Agnello, giurato storico del Racalmare e amico personale di Sciascia. In una lettera aperta pubblicata dal quotidiano “La Sicilia” Agnello, dopo avere sottolineato che Grassonelli “non è neanche un collaboratore di giustizia”, si chiede: “E’ possibile che un ergastolano che si è macchiato di crimini efferati e le cui ferite sono vive nelle carni delle sue vittime partecipi a un premio letterario di cui sono stati protagonisti Sciascia, Consolo e Bufalino”. Gli organizzatori del premio hanno fatto sapere che replicheranno ad Agnello nel corso della conferenza stampa che si svolgerà domani pomeriggio al Palazzo dei Normanni di Palermo, alla presenza dei tre autori finalisti.