LETTERA APERTA AL MINISTRO IN VISITA A SCIACCA

Oggi alle ore 11,00 inaugurerà l’apertura del sottopasso Sciacca Nord. Ma la nostra viabilità rimane da terzo mondo

SIGNOR MINISTRO ALTERO MATTEOLI

Benvenuto a Sciacca signor Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, terra di attraente bellezza, di storia, arte, terme, ceramica. Una terra al centro di due siti archeologici di interesse mondiale, Valle dei Templi e Selinunte. Lei, signor Ministro, atterrerà in elicottero sulla banchina del porto di Sciacca che vanta la seconda flotta peschereccia della Sicilia. Vedrà tanti aspetti magnifici di questo lembo di Sicilia, ma tanti, purtroppo, negativi non glieli faranno notare. Specie l’Anas. Signor Ministro, la SS.115 e la SS. 624 sono teatri in cui tantissimi giovani hanno perso, e continuano a perdere, la vita per la pericolosità della viabilità. Alle giovani vittime devono sommarsi i morti dei meno giovani. La sommatoria dà un impressionante numero di vite spezzate. Lei, signor Ministro, inaugura un sottopasso in prossimità della struttura ospedaliera saccense, dove finiscono tanti feriti gravi di incidenti stradali che poi vengono portati in altre strutture ospedaliere più idonee e attrezzate di quella di Sciacca. Inaugura lavori che sono iniziati 4 anni fa e che ancora devono essere completati, ma che hanno arrecato disagi a mai finire alla popolazione residente. Insieme alle belle parole che pronuncerà, noi desidereremmo, caro signor Ministro Matteoli, che lei comprendesse che questo lembo di terra siciliana, profondo sud (o se vuole profondo nord africa) assoluto, è fuori dall’anello autostradale che circonda tutta la Sicilia. Infatti, da Castelvetrano a Gela si percorre su strade che sono inadeguate e pericolose. Certo, per realizzare questo sogno occorrono tanti soldi, e non ce ne sono. Specie per il profondo sud, al contrario del nord leghista dove ogni starnuto leghista diventa per il Governo nazionale un dovere da assolvere presto. Signor Ministro, la nostra viabilità è da terzo mondo, senza offendere i nostri fratelli africani. Anzi, la Libia avrà autostrade per via dell’accordo riparatorio raggiunto tra il Colonnello e il Cavaliere. Noi resteremo con un sottopasso in più e i soliti problemi storici costituiti da una viabilità da far concorrenza al formaggio svizzero. Le foto offrono un esempio di uno spaccato che non Le faranno vedere, signor Ministro. Il tratto di strada Relamonte-Porto Empedocle (il suo collega Alfano lo conosce benissimo) è un tormento medievale, oltre che pericoloso;molti ponti alti sono corredati da guardrail inadeguati; la SS 115 e 624 sembrano cimiteri, tante sono le croci a testimonianza di tragedie accadute sull’asfalto. Signor Ministro, siamo altresì convinti che il ponte sullo Stretto di Messina sia opera importante, a condizione che venga completata la Salerno-Reggio Calabria e che si pensi alla viabilità interna siciliana. Veda, signor Ministro, provi a fare un giro sui treni siciliani. Farà un viaggio a ritroso nel tempo, signor Ministro. Lei è abituato alla Alta Velocità. Magari noi avessimo la media velocità! Lei, oggi si trova in una provincia, quella agrigentina, che è la sostanza del manuale della perfetta zona sottosviluppata. Non abbiamo infrastrutture, signor Ministro. Nè un porto come si deve; in quello di Porto Empedocle le navi da crociera stentano a entraci, quelle di stazza grande seguono la rotta senza fermarsi. Non abbiamo nulla signor Ministro, tranne le enunciazioni e le promesse che ci elargiscono a dismisura i nostri parlamentari. Di questa roba, ci creda signor Ministro, abbondiamo. Se può, signor Ministro, ci stupisca con un impegno che possa dare una svolta a questo lembo di terra sicula. Buon lavoro.

Filippo Cardinale- direttore Corriere di Sciacca

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