LE PROPOSTE DELL’UNIONE CARRISTI PER IL RILANCIO DEL CARNEVALE

Scontro con le tv locali: il progetto prevede taglio al contributo pubblico per la diretta (in verità misero) dato a Trs, Rmk e radio

In silenzio da un paio di anni, l’Unione carristi si rimette in azione e propone iniziative per rilanciare il carnevale di Sciacca, tra cui un radicale rapporto con le tv locali. Nel corso di un’assemblea, l’organismo composto da alcuni costruttori di carri (non tutti) ha presentato un documento di una decina di pagine con suggerimenti da introdurre per rilanciare la festa e fare in modo che si autofinanzi.

L’elaborato è a firma di Giuseppe Sclafani e reca anche i nomi di un gruppo di collaboratori, tra cui Salvatore Tornambè, Vincenzo Cucchiara e Mario Chiarello. Le proposte sono l’istituzione di un ticket d’ingresso, lo spostamento della sfilata nel quartiere Perriera, la proclamazione dei carri vincitori tramite sms, la vendita di gadget e di un cd con le musiche della festa, una lotteria, le tribune lungo il corteo mascherato con posti a sedere a pagamento.

Tutta una serie di novità che sono in parte già adottate in città dove il carnevale è strumento di attrazione turistica e veicolo di sviluppo economico, come ad esempio Viareggio, e non evento carico di costi, come avviene a Sciacca.

Il rapporto con le tv locali, che da 30 anni trasmettono in diretta l’evento ed hanno contributo a farlo crescere notevolmente, fino ad elevarlo ad evento nazionale, per i carristi dell’Unione va rivisto. Niente più contributo pubblico per la diretta (ma negli ultimi 10 anni i soldi dati a Trs e Rmk sono stati ridotti a poche migliaia di euro). Per l’Unione, le tv e le radio locali dovrebbero invece acquistare l’evento, pagando, mentre per la crescita ci si dovrebbe rivolgere alle tv regionali.

Tale ipotesi ha fatto arrabbiare non poco le tv locali: oggi nei Tg di Trs e Rmk, duri attacchi all’Unione carristi, che avrebbe puntato il dito sugli operatori dell’informazione, trascurando invece il contributo assegnato alle associazioni culturali, che negli ultimi anni è aumentato ed è compreso tra i 20 ed i 30 mila euro per ogni carro.

E’ quindi guerra aperta, nel silenzio assoluto delle istituzioni, dimenticando che la diretta tv ha invece aiutato la manifestazione e che in alcune occasioni il carnevale è stato portato nelle case dei saccensi senza nessun costo per l’ente pubblico. Gli editori sono pronti ad oscurare il carnevale, ma anche tutte quelle manifestazioni artistiche e culturali che in qualche modo aiutano il turismo, oggi unica risorsa che tiene a galla la città in un periodo di crisi.

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