Le opposizioni Ars: “Falcone rischia di avvelenare i lavori d’aula”

“L’assessore Marco Falcone sembra l’ultimo giapponese nella giungla che non si era reso conto che la guerra ormai era finita da tempo”.
Lo affermano in una nota i rappresentanti delle opposizioni all’Ars, Antonio De Luca (M5S), Matteo Sciotto (Sud chiama Nord) e Michele Catanzaro (Pd). Non ha firmato la nota Gianfranco Miccichè, che pure con l’opposizione sta animando il dibattito all’Ars mostrandosi fortemente critico nei confronti del governo Schifani.

“Dopo le sberle che ha preso in commissione bilancio per la sua supponenza ed arroganza – dicono – ora ci ritenta cercando di distrarre l’attenzione sulla legge di stabilità, che in commissione bilancio le opposizioni hanno radicalmente modificato con l’eliminazione di ben dieci articoli su quaranta perché irricevibili e con la modifica di ben venti articoli perché scritti con i piedi e senza alcun senso logico”.
Falcone viene accusato di dettare i tempi a tutto il Parlamento siciliano: “E tutto questo – aggiungono – continuando nascondere la verità sui fondi extra regionali e sulla rapina dei fondi sviluppo e coesione destinati abusivamente dal Presidente Schifani per il ponte sullo stretto di Messina come un mero ‘scambio di cortesie’ con il ministro Salvini. Invece di esprimere riconoscenza alle opposizioni per il loro lavoro responsabile in commissione bilancio – aggiungono – l’assessore Falcone persiste nell’attaccarci. Sembrerebbe che egli costruisca la sua esistenza in funzione della presenza di un nemico, anche quando non esiste, spingendosi a inventarselo per giustificare il proprio ruolo”.
“Grazie a noi – concludono – la legge di stabilità non è rimasta paralizzata in commissione bilancio nonostante nelle commissioni di merito si sia agito a colpi di forzature regolamentari da parte della maggioranza”.

Chiedono infine al presidente del Parlamento siciliano, Galvagno, di intervenire sull’assessore Falcone “che rischia – dicono ancora – con la sua ansia da prestazione per la sua candidatura alle prossime elezioni europee, di avvelenare i lavori d’aula procrastinando l’approvazione della legge di stabilità a fine gennaio”.