Le fatiche di Ercole per accedere al mare
SCIACCA. Città di mare, città turistica, bla, bla bla. Oppure….parole, parole, parole, canticchiando il ritornello di una nota canzone degli anni che furono. E’ mai possibile che la nostra Sciacca, che punta sulla stagione estiva, debba avere un concetto di accoglienza lontano anni miglia da quello che il turismo impone? Lungo tutta la nostra costa, accedere al mare è un’impresa da Indiana Joenes. Spiagge poco curate, mancanti di servizi essenziali come un misero rubinetto per scrollarsi la sabbia dai piedi, parcheggi, accessi.
E a San Marco, capita anche che, dopo aver posteggiato l’auto, ci si debba fornire di bastone per tenere l’equilibrio e iniziare l’impresa di giungere sulla battigia. E allora, là dove non arriva la pubblica amministrazione, si illumina l’ingegno di qualcuno che con fantasia estrema improvvisa alcuni gradini con pezzi di legno, in verità poco stabili. Certo, le cose conquistate con fatica hanno un gusto diverso, più bello, danno più soddisfazioni. Ma questa è altra roba. La realtà della foto è la mancanza di una vera cultura (da anni, da sempre) dell’accoglienza. E’ l’arte dell’arrangiarsi che potrebbe andare bene per qualche furbetto ma non per una città turistica.
Filippo Cardinale