Agrigento

Le bollette di Aica più care del 5,40%

“Abbiamo scelto la soluzione che meglio proteggeva i diritti dei cittadini. Spiace dover registrare, a più livelli, una frattura all’interno del fronte dei sindaci”

AGRIGENTO-Tanti disservizi, tanti disagi, tanta passività nel bilancio dell’Aica, il gestore pubblico del servizio idrico agrigentino. La soluzione è l’aumento del 5,40% delle tariffe idriche. “Proteggere un bene comune quale è l’acqua significa assumersi la responsabilità di scelte che, per quanto difficili, rappresentano la tutela degli interessi collettivi. Questo facciamo in quanto sindaci e, anche, in qualità di componenti dell’Aica e dell’Ati idrico”, scrivono i sindaci di Agrigento, Alessandria della Rocca, Bivona, Calamonaci, Caltabellotta, Cammarata, Campobello di Licata, Canicattì, Comitini, Favara, Grotte, Joppolo Giancaxio, Montallegro, Montevago, Palma di Montechiaro, Raffadali, Ravanusa, Realmonte, Sambuca di Sicilia, San Biagio Platani, San Giovanni Gemini, Santo Stefano Quisquina, Sciacca, Siculiana.
“Ci siamo fatti carico di adottare le nuove tariffe idriche per i comuni gestiti da Aica che prevedono un adeguamento del 5,40% a fronte di alternative che sarebbero state ben più pesanti per i cittadini in modo diretto e indiretto, o con un aumento più che doppio imposto da Arera oppure con un insostenibile trasferimento dei debiti di Aica a carico dei Comuni, con riduzioni nei servizi prestati ai cittadini o, peggio, una pioggia di dichiarazioni di dissesto finanziario. Questa enorme presa di responsabilità eviterà anche il crollo della società consortile che, pur nelle sue carenze organizzative e gestionali, rappresenta l’unico ente che può garantire nell’immediato il servizio idrico”.

RISPETTO ALL’ATTUALE GOVERNACE, i sindaci non escludano “si possa chiedere a breve un rinnovamento di tutti quegli organismi che abbiano dimostrato la propria inefficienza rispetto al mandato consegnatogli. Spiace dover registrare, a più livelli, una frattura all’interno del fronte dei sindaci. Decisioni dolorose come l’aver dovuto proporre una riduzione del potere di voto per chi non contribuisce al funzionamento della società sono state adottate nella speranza che si possa concretamente vedere al servizio idrico integrato come ad un impegno comune per il benessere dei nostri territori e non, come purtroppo avvenuto più volte in passato, come un modo per distribuire poltrone. Lo dobbiamo, innanzitutto, ai cittadini esasperati da una crisi idrica che è perdurata persino in inverno in molti luoghi della provincia, alla rabbia di chi avrà una bolletta più cara, anche se di poco, dopo aver dovuto supplicare per un turno idrico. Le motivazioni delle scelte adottate saranno esposte durante una conferenza stampa che sarà convocata nei prossimi giorni”.

Filippo Cardinale

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