Le accuse di Peppe Arnone alla magistratura agrigentina. Fascicolo archiviato: “Accuse fantasiose e senza prove”
AGRIGENTO. Il Gip del Tribunale di Caltanissetta, Alessandra Maria Maira, mette fine ad una lunga vicenda innescata da Giuseppe Arone, di Agrigento, sospeso disciplinarmente dal Consiglio di disciplina e cancellato dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Agrigento, attualmente detenuto in regime di semilibertà. Una ordinanza di archiviazione, a seguito di opposizione alla richiesta di archiviazione, che rappresenta una pietra tombale sulla credibilità dello stesso Arnone.
Una storia lunghissima, come corposo è il faldone che contiene una sfilza infinita di accuse rivolte alla magistratura agrigentina da parte di Arnone. Una delle quali terribile “in ordine al coinvolgimento della magistratura nell’uccisione del boss Emmanuello”.
Accuse rivolte a 13 magistrati, tra cui Luigi Patronaggio, Salvatore Vella, Luigi Birritteri, Carlo Cinque, Renato Di Natale, Simona Faga, Ignazio Giovanni Fonzo, Santo Fornasier, Alessandro Macaluso, Andrea Maggioni, Francesco Provenzano, Alessandra Russo, Alessandra Vella. Oppure contro il giornalista Lelio Castaldo.
Accuse rivolte anche all’avvocato Francesca Picone, coinvolta nella vicenda dell’estorsione a clienti dello studio legale e per il quale c’è il processo di appello in corso.
Centodieci pagine di sentenza alla fine delle quali, il Gip Alessandra Maria Maira, così conclude archiviando definitivamente la vicenda: “Ed è quello che succede al denunciante che mal sopporta l’adozione di decisioni giudiziarie a lui avverse, se pure le stesse siano state adottate nel pieno rispetto dei principi normativi. Questa insofferenza si è alimentata al punto tale da indurre l’Arnone a leggere e interpretare ogni decisione a lui avversa in un’ottica complottistica che vede la magistratura tutta impegnata a perseguirlo. L’arnone nel dare credibilità alla sua tesi arriva a ipotizzare il coinvolgimento della magistratura in gravissimi reati, peraltro formulando congetture il più delle volte di origine fantasiosa e non supportate da alcune prova assumendo (si pensi, ad esempio, alle gravissime accuse in ordine al coinvolgimento della magistratura nell’uccisione del boss Emmanuello), quindi, un atteggiamento fortemente censurabile perché teso a screditare la magistratura tutta e a indebolire la credibilità”.
“Attentamente vagliate tutte le sue rimostranze e ritenuto che in nessuno dei casi oggetto di denuncia possono ravvisarsi gli estremi dei reati ipotizzati”, il Gip dispone l’archiviazione e rigetta l’opposizione avanzata da Arnone.
Filippo Cardinale