Lavori da 5 mln di euro al porto fermi da 9 mesi: si allunga elenco delle incompiute
SCIACCA. Quando nel febbraio del 2020 vennero consegnati i lavori e venne aperto il cantiere, da queste parti tutti speravano che per una volta si potessero rispettare i tempi. Ma anche questa volta, come per tante altre opere pubbliche, per la conclusione bisognerà aspettare ancora chissà quanto tempo ancora.
Stiamo parlando del progetto da oltre 5 milioni di euro per il potenziamento del porto di Sciacca, finanziato con i fondi del PO FESR Sicilia 2014-2020. In occasione dell’ultimo sopralluogo prima della consegna dei lavori venne in città anche l’allora assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone. La durata dell’intervento appaltato dalla Regione ad un consorzio di imprese era di 540 giorni. Ne sono passati 840 ed il cantiere è chiuso da nove mesi.
Anche questa opera pubblica, come in passato era accaduto con lo stadio comunale, il teatro Samonà, la piscina comunale e la casa albergo per anziani, finisce nell’elenco delle incompiute. Una prima volta, un anno dopo l’inizio, i lavori vennero bloccati da un problema tecnico. Fu necessaria una riconsegna dopo l’autorizzazione ambientale per l’utilizzo dei materiali di dragaggio che è arrivata da parte della Regione. Oggi sono fermi perchè la società che esegue le opere nove mesi fa comunicò alla stazione appaltante, ovvero la Regione, che non poteva più proseguire. Non sono noti i motivi di questo passo indietro visto che i lavori erano a buon punto. Si decise di rescindere consensualmente il contratto e avviare contatti con l’impresa che nella graduatoria della gara d’appalto si classificò al secondo posto. Poi il percorso burocratico si è fermato.
Gli importanti lavori di ammodernamento dell’area portuale, quelli che dovrebbero trasformare l’intera area anche in un sito di interesse turistico, oltre che commerciale, possono attendere. Le autorità comunali sollecitano continuamente gli uffici regionali, i viaggi a Palermo sono frequenti, ma ad oggi non ci sono notizie concrete oltre a quelle note che risalgono ad alcuni mesi fa.
Giuseppe Recca