Lavoratori Consorzio di bonifica ancora senza stipendio: accorato appello alla politica

Hanno ottenuto dal prefetto un impegno a sollecitare alla Regione una immediata soluzione e con responsabilità continuano a garantire le attività di irrigazione per l’agricoltura del territorio.

Sempre più drammatica la situazione dei dipendenti del Consorzio di Bonifica 3 Agrigento, senza stipendio ormai da tre mesi e da tempo con numerosi altri problemi nello svolgere il loro lavoro. Insieme alle azioni sindacali in atto ed al recente incontro con il prefetto Salvatore Caccamo, alcuni lavoratori hanno anche scritto accorati appelli al Presidente della Regione Renato Schifani, all’Assessore all’Agricoltura Salvatore Barbagallo ed ai deputati regionali eletti nella provincia di Agrigento. Nel riferire che da anni percepiscono i tredici stipendi mensili non alla scadenza del mese ma in tre, quattro tranche all’anno, segnalano le difficoltà attuali, che sono ben più gravi a causa di un pignoramento nei confronti del Consorzio per un debito di oltre 3 milioni di euro che ha determinato il blocco dei fondi e lo stop al pagamento degli stipendi. I lavoratori si riuniscono spesso in assemblea, hanno ottenuto dal prefetto un impegno a sollecitare alla Regione una immediata soluzione, e con responsabilità continuiamo a garantire le attività di irrigazione per l’agricoltura del territorio. “Non si può vivere nell’incertezza – dicono i 250 lavoratori del consorzio – senza retribuzione, con l’ansia quotidiana di non riuscire a far fronte alle necessità più basilari. Non si può continuare a sacrificare la dignità dei lavoratori e delle loro famiglie per colpe che non appartengono loro. Noi lavoriamo, ma adesso abbiamo bisogno che qualcuno, finalmente, lavori anche per noi”. I dirigenti del consorzio hanno chiesto al presidente Renato Schifani ed ai dirigenti dell’assessorato l’erogazione urgente del decreto di un contributo finanziario tale da pagare tutti i dipendenti per le spettanze arretrate e di garantire loro le prossime mensilità. Se il governo regionale non adotterà questa soluzione entro i prossimi giorni, si arriverà a forme di lotta più incisive finalizzate fino al blocco delle attività consortili.