L’ATTESA, MANCANO 11 GIORNI AL VOTO. UN RESPONSO RICCO DI INCOGNITE
Mancano 11 giorni alle votazioni per l’elezione del nuovo sindaco e dei 24 consiglieri comunali che comporranno il nuovo consiglio comunale. In aula Falcone-Borsellino vedremo conferme, ma anche volti nuovi. Ci sarà, certamente, una maggiore presenza femminile. Il che è sale per l’aula elettiva. I cittadini che esprimeranno il voto saranno grosso modo 28.000, questa è la cifra media consolidata, a fronte di circa 37.000 iscritti all’ufficio elettorale.
La campagna elettorale, partita a ritmo blando, negli ultimi giorni sta assumendo quelli normali, compresi i momenti di scontro, a volte poco urbano. Chi solca lo scontro non agevola, certamente, l’elettore ad avere le idee chiare su cosa le forze politiche propongono per lo sviluppo e l’amministrazione di una città complessa come Sciacca. Si avverte che la stragrande maggioranza della gente è stufa dei continui litigi, dei continui insulti, del continuo gettare fango. Sarebbe auspicabile che questo rush finale di campagna elettorale fosse dedicato alla discussione dei contenuti dei programmi che i candidati a sindaco propongono all’elettorato.
L’appuntamento dell’11 giugno è parecchio atteso. Ci sono in campo novità che rendono attraente l’esito elettorale. C’è da verificare se i grillini, rispetto al 2012, facciano un risultato diverso da quello che non permise loro di raggiungere il quorum necessario per conquistare seggi in aula consiliare. Ma c’è anche l’attesa per Mizzica, movimento di giovani che ha iniziato da tempo a rappresentare alla città le loro idee per gestire la città. Conducono una campagna elettorale dai toni urbani, privilegiando i contenuti anziché le urla.
La verifica dell’11 giugno non può, certamente, non interessare il centrodestra e il centrosinistra. Sono le forze politiche che negli anni si sono avvicendate alla guida della città. Per loro, l’esito elettorale è attesissimo per motivi evidenti. Il centrosinistra deve dimostrare di aver superato lo choc della troncatura a metà della sindacatura Vito Bono, mentre il centrodestra è alla prova del nove dopo aver governato gli ultimi cinque anni.
C’è anche la riproposizione di un progetto civico che nel 2009 scese in campo con Popolari di Sciacca. Ora, Stefano Scaduto si presenta con l’unica lista denominata Servire Sciacca. Nel 2009 non raggiunse i 1.000 voti. Ma questa è acqua passata. L’11 giugno anch’egli si peserà elettoralmente.
L’aspetto che risalta agli occhi di tutti è che il modo di fare campagna ha subito l’influenza dei social network, in modo particolare Facebook. Molti confidano in questo mezzo tecnologico di comunicazione per attirare consenso, farsi conoscere, comunicare che si è in lista. Ma i social hanno una doppia faccia e spesso si presentano come allettanti oasi, ma poi si trasformano in paludi. Se uno confida sui like, è facile che si ritrovi facilmente con un pugno di mosche. C’è la solita camminata dei candidati per le vie della città, l’ingresso in qualche esercizio commerciale. Non mancano le “adunanze” in grandi locali, come l’ex convento di San Francesco. E’ quasi l’esibizione dei muscoli. Spesso, però, si ha la sensazione che le platee sono formate dalle stesse persone che si spostano da una location all’altra. Insomma, un po’ come i pochi aerei del ventennio che venivano spostati un po’ qua, un po’ là, dando la dimostrazione della imponenza. L’11 giugno usciranno dalle urne cifre che consentiranno una valutazione più realistica. Non nascondiamo la curiosità di leggerle.