L’ATI NON DECIDE E AUMENTA IL RISCHIO DELL’EMERGENZA IDRICA
L’unica cosa certa della quale si parla è che l’acqua deve essere gestita in modo pubblico. Ma c’è il forte rischio che l’acqua non esca dai rubinetti.
L’ATI, presieduta da Francesca Valenti, sindaco di Sciacca, continua a segnare il passo. Parla di gestione consortile, ma oltre non va. Oltre le parole, tanto che il sindaco di Montevago, il deputato regionale Margherita La Rocca Ruvolo, insiste ad affermare che “si continua a perdere tempo”.
La strada privilegiata potrebbe essere quella dell’azienda consortile speciale, che sarà però un cammino estremamente lungo. Finora i Comuni non hanno fatto nulla sotto questo punto di vista, è immaginabile che il ritardo si ripercuoterà, in scala, su tutto il sistema, dato che la creazione di un’azienda consortile avrà bisogno di tempi abbastanza lunghi.
Basta pensare che lo statuto di questa ipotetica azienda pubblica, anche una volta individuati gli organi che la dovranno comporre, approvati gli atti formali di costituzione eccetera, dovrà passare in ben 43 Consigli comunali per l’approvazione. Passerà almeno un anno.
Intanto, Girgenti Acque sempre è più indebitata e l’Ati punta a incassare oltre 830mila euro per il recupero di canoni. Nulla è pronto per il dopo Girgenti Acque, mentre la società idrica potrebbe non avere molto tempo a causa dei tanti debiti. Oggi si aggiunge un prelievo forzoso, anche se indiretto, di oltre 830mila euro.
Nel corso della riunione di ieri sera dell’Ati, è emersa l’assenza di una “strategia” per garantire il futuro del funzionamento del sistema idrico in provincia di Agrigento.
È anche emerso che non è ancora pronto neanche un riscontro completo e oggettivo sulla questione dei comuni non consegnatari, il cui iter di riconoscimento del diritto alla gestione diretta è ancora in alto mare, nonostante dovesse concludersi entro il 30 maggio.
I cittadini, in tale contesto, rimangono ignari del rischio a cui vanno incontro, proprio sul bene vitale: l’acqua. Un quadro tanto preoccupante da far porre un interrogativo all’associazione Konsumer: “Oggi ci chiediamo, ma se i commissari non avessero più soldi per gestire il servizio idrico, non potendo lasciare i cittadini a secco e non avendo l’ATI pronta una gestione alternativa, cosa succederà? Il servizio verrà gestito dal Genio Civile o da altra Società?”
Filippo Cardinale