L’ARMATA DEL CENTRODESTRA SI E’ RISTRETTA
La potente armata del centrodestra, che nel 2012 si presentò alla competizione elettorale con 6 liste, si è ristretta. Sono 4 le liste a sostenere la candidatura di Calogero Filippo Bono. Forse, nelle prossime ore si aggiungerà una lista vicina a Forza Italia, Fratelli d’Italia, spinta da Francesco Pisano. C’è una sostanziale differenza rispetto al 2012, quando la Grande y Felicisima Armada vinse a primo turno le elezioni sommando 11901 voti e distanziando il centrosinistra che appoggiava Gioacchino Marsala di 6.803 voti (il centrosinistra si fermò a 5.098 voti). C’è da precisare che nell’ambito della sinistra, vi era un altro candidato, Vincenzo Guirreri che ebbe 2.180 voti. Allora il centrosinistra si presentò con 4 liste, Futuro e Libertà, Alleanza per l’Italia, Mpa e Pd (riportarono rispettivamente 1.856 voti, 2.266, 2.346 e 1.892).
La Grande y Felicisima Armada del centrodestra, con Fabrizio Di Paola candidato a sindaco, si presentò con 6 liste, Popolo della Liverbà (2.980 voti), Uniti più forti (2.009 ma erano tre liste federate Udc, Sciacca Più e Forza Sciacca), Sciacca al Centro (2.227), Cantiere Popolare (2.107 voti) e Patto per il Sud (1.950 voti e due liste deferate, Grande Sud e Patto per il Territorio). La potenza di fuoco del centrodestra permise a Fabrizio Di Paola di superare il 51% e vincere al primo turno.
Oggi, l’invincibile armata si è ridotta. Quattro liste ad appoggiare la candidatura a sindaco di Calogero Filippo Bono. Forza Italia, Progetto Sciacca, Sciacca al Centro e Alleanza Popolare (Ex Ncd). Raggiungere il quorum del 40% per evitare il ballottaggio significa raccogliere un consenso almeno di 10.800 voti. Sarebbe una cifra inferiore di 1.100 voti rispetto al risultato del 2012. Ma stavolta le liste sono due in meno. Due liste in meno con una, ex Cantiere Popolare, che apportò 2.107 voti. Il ballottaggio sembra inevitabile.
Se si considera l’apporto delle liste, il primo ragionamento è quello che potenzialmente vedrebbe disputare la finale del secondo turno tra centrodestra e centrosinistra.
Ma quest’anno le novità sono sostanziali. Rispetto al 2012 siamo in un altro mondo politico, distante anni luce rispetto a cinque anni fa. C’è il respingimento dei simboli dei partiti tradizionali, c’è tantissima rabbia diffusa tra le gente alle prese con problemi seri, di lavoro, di reddito.
C’è il M5S, c’è il movimento Mizzica.
Del resto, nessuno avrebbe immaginato ciò che è successo a Torino.Ma è successo. Nessuno sa, oggi, quanto l’elettore saccense sia arrabbiato. Non nasconde manco la sua rabbia, e vi sono interi settori produttivi che non nascondono il malessere. Ragionare con il metro già datato è roba da medioevo. Non ci resta che attendere i numeri, quelli che usciranno dalle urne.