Lampedusa, spacciava cocaina nonostante i domiciliari: sequestrati 24 chili di cocaina e arrestato

LAMPEDUSA- Convalida degli arresti, oggi, da parte del Gip del tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano. A finire in manette Ignazio Umberto Blandina di Lampedusa. L’arresto è stato richiesto dalla Repubblica diretta dal Procuratore della Repubblica f.f. Salvatore Vella, per detenzione aggravata a fini di spaccio di cocaina.

I carabinieri della Stazione di Lampedusa, la notte del 9 luglio scorso, avevano effettuato una perquisizione nell’abitazione del Blandina. Perquisizione nel corso della quale sono stati rinvenuti sequestrati più di 24 chilogrammi di cocaina, per la maggior parte ancora confezionata in panetti, oltre a bilancini di precisione e migliaia di euro in contanti, indice dell’attività di spaccio in corso.

L’eccellente e certosino lavoro di controllo del territorio, svolto dai militari della Stazione Carabinieri di Lampedusa e della Compagnia Carabinieri di Agrigento, coordinati dalla Procura della Repubblica, continua a dare i propri frutti. Da qualche giorno, infatti, i militari di Lampedusa si erano accorti di un anomalo via vai di persone nell’abitazione del Blandina, che era anche sottoposto alla misura alternativa della detenzione domiciliare. Da lì la decisione di controllare meglio l’abitazione e poi di sopporla a perquisizione.

Lampedusa si conferma oggi come una delle maggiori piazze di spaccio di cocaina dell’intera Sicilia, in cui la sostanza viene venduta mediamente a prezzi più alti rispetto alle altre piazze siciliane, per la grande domanda di sostanza stupefacente in un territorio così piccolo, soprattutto nel periodo estivo quanto l’isola viene invasa da migliaia di turisti.

Il Gip di Agrigento ha ritenuto fondati gli elementi di prova raccolti a carico del lampedusano e ha ritenuto grave il pericolo che lo stesso potesse continuare la propria attività illecita di spaccio di sostanze stupefacenti, disponendo la custodia in carcere presso il carcere di Agrigento.

Le indagini giudiziarie non sono concluse e le condotte oggi contestate all’indagato non sono ancora definitivamente accertate.