Lampedusa, l’hotspost per i migranti non ha l’agibilità

LAMPEDUSA- L’hotspot dell’isola non è agibile. In particolare i locali della cucina, dove vengono preparati i pasti per i migranti ospiti del centro. L’ultima nota è stata inviata pochi giorni fa dalla Prefettura di Agrigento al Comune di Lampedusa. Un carteggio che va avanti da mesi. Senza il certificato non si possono preparare e somministrare pasti, tanto che per un periodo si è ovviato al problema affidandosi ad una struttura mobile noleggiata.

L’amministrazione comunale non ha accolto la Scia, la Segnalazione Certificata di Inizio Attività, presentata dalla cooperativa sociale Badia Grande che gestisce i servizi nella struttura di contrada Imbriacola.

Il contratto di convenzione con Badia Grande è scaduto lo scorso 28 febbraio ed è stato prorogato per decisione della prefettura di Agrigento fino ad agosto. È stato un anno difficile per gli operatori. L’hotspot di Lampedusa può ospitare un massimo 389 migranti. Così prevede l’appalto.

La cifra di 389 è costantemente e abbondantemente superata a causa dei continui sbarchi dei migranti. Ci sono stati picchi di 4.000 presenze. Di fronte ad una presenza così massiccia diventa difficile, a volte impossibile, garantire pasti, assistenza e servizi.

A questo si aggiunge il tema dell’agibilità della struttura. C’è il diniego del Suap, lo sportello unico per attività produttive, del Comune di Lampedusa. Di fatto la coop Badia Grande sta operando, non per sua scelta, in una situazione di irregolarità amministrativa.