LAMPEDUSA, INCENDIO IN CENTRO ACCOGLIENZA
Un incendio, forse di origine dolosa, è divampato ieri sera nel Centro di primo soccorso e accoglienza di Lampedusa. Secondo le prime informazioni non vi sarebbero feriti. Le fiamme hanno avvolto un padiglione che era già stato distrutto da due incendi appiccati dai migranti, prima nel 2009 e poi nel 2011.
Questo incendio, ormai quasi completamente domato, sarebbe stato provocato da un gruppo di tunisini. Il rogo potrebbe essere stato appiccato dai tunisini dopo che si era diffusa la voce di un loro possibile rimpatrio coatto in aereo.
All’interno del Centro di accoglienza, che funge anche da Hot spot, nelle ultime settimane si erano registrate forti tensioni legate al rifiuto da parte di un gruppo di profughi di sottoporsi alle procedure di identificazione e al rilascio delle impronte digitali. La struttura, che era stata ricostruita dopo i primi due incendi, è rimasta danneggiata.
Nella mattina, a Lampedusa si erano registrati gli ultimi due sbarchi: un gruppo di 14 tunisini era approdato direttamente a Cala Galera, a bordo di un’imbarcazione di sei metri. Altri 35 erano stati intercettati in serata dalla Guardia costiera a poca distanza dall’isola.
All’interno del Centro di accoglienza, che funge anche da hotspot, nelle ultime settimane si erano registrate forti tensioni legate al rifiuto da parte di un gruppo di profughi, soprattutto eritrei e yemeniti, di sottoporsi alle procedure di identificazione e al rilascio delle impronte digitali. Una ventina di loro avevano anche manifestato in piazza, davanti alla Chiesa madre, dando vita a uno sciopero della fame e della sete durato quattro giorni. Attualmente sono 530 gli ospiti nella struttura di accoglienza.
(Foto ANSA)